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Ricetta elettronica veterinaria: il Ministero non ha imposto la gratuità

Professione Redazione DottNet | 14/05/2019 14:19

La Reva "non va a modificare in alcun modo la gestione fiscale e professionale della prestazione di prescrizione"

Il medico veterinario non è obbligato né alla gratuità né ad alcuna tariffa fissa per l' emissione della ricetta elettronica (Rev). Il veterinario decide l' onorario con il proprio cliente come da legge e deontologia. Imporre la gratuità sarebbe contra legem, così come lo è dare indicazioni tariffarie, come si è letto su alcuni media nazionali. Così in una nota l' Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi), che precisa: "Il ministero della Salute non ha mai detto, né potrebbe farlo, che la Rev (Ricetta veterinaria elettronica) debba essere una prestazione veterinaria gratuita". Una lettera del presidente dell' Anmvi, Marco Melosi, chiede alla Direzione farmaci veterinari del ministero e a Federfarma di correggere inopportuni travisamenti della nota Dgsaf del 3 maggio a proposito del costo della Rev. Prima si superano le difficoltà informatiche del Sistema e prima finiscono le strumentalizzazioni, evidenzia l' Associazione. Con la nota del 3 maggio, il ministero della Salute - replicando a informazioni "inesatte e fuorvianti" - aveva anche voluto precisare che la Reva "non va a modificare in alcun modo la gestione fiscale e professionale della prestazione di prescrizione". Indipendentemente dal mezzo (digitale o cartaceo), la ricetta del medico veterinario può ben essere gratuita o a pagamento, secondo la stessa libertà di onorario che previgeva all' introduzione della Rev 

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La gratuità e la proporzionalità del compenso professionale restano disciplinata dai precetti normativi e deontologici che orientano gli onorari delle prestazioni libero professionali dal 2006. Le leggi sulla concorrenza affidano al rapporto fra il medico veterinario e il suo cliente la libera determinazione del quantum per le tutte le prestazioni veterinarie, inclusa la prescrizione dei medicinali destinati agli animali in cura, in quanto atto medico veterinario. Le stesse leggi non ammettono alcuna ingerenza nel rapporto fra veterinario e cliente da parte di soggetti terzi, istituzionali o economici che siano. Alla luce di inopportuni travisamenti, Anmvi ha chiesto al ministero della Salute e a Federfarma di ribadire il corretto quadro giuridico della prestazione di prescrizione veterinaria, a tutto beneficio della corretta informazione al Cittadino e del paziente animale in terapia. Non da ultimo, Anmvi chiede al ministero della Salute di agevolare quanto prima i medici veterinari all' emissione digitale della Rev (superamento delle disfunzionalità informatiche e inter-operatività con i gestionali informatici già in uso presso le strutture veterinarie) per evitare che le difficoltà informatiche alimentino strumentalizzazioni dannose per tutti gli operatori coinvolti nella Rev.

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