Lo rivela una ricerca condotta dall'Imperial College di Londra e dalle Università di Bristol, Cambridge e Oxford
Studiare fa bene al cuore: riduce il rischio di infarti e ictus. A dirlo è uno studio britannico pubblicato sul British Medical Journal. La ricerca, condotta dall'Imperial College di Londra e dalle Università di Bristol, Cambridge e Oxford, fa emergere come 3,6 anni in più di formazione sono legati a una riduzione dell'Indice di massa corporea di 1 kg/m2, e a una riduzione della pressione sistolica di 3 mm/Hg. I ricercatori sono arrivati a queste conclusioni sulla base di analisi statistiche e genetiche, scoprendo come proprio questo maggior tempo passato a studiare può ridurre di un terzo il rischio di malattie cardiache. E questa non è solo una questione di un miglior livello di stili di vita che vengono seguiti da chi ha studiato di più.
"La nostra ricerca suggerisce che solo la metà di questo effetto protettivo derivi dal peso ridotto, dalla pressione arteriosa e dal meno fumo", osserva il coautore dello studio, Dipender Gill. "Ora dobbiamo indagare su quali altri motivi potrebbero collegare l'educazione con la riduzione del rischio di malattie cardiovascolari", ha aggiunto. Tra le piste che stanno battendo i ricercatori, c'è quella basata sull'ipotesi di una maggiore interazione con il medico che, dunque, potrebbe agire sulle diagnosi precoci.
fonte: British Medical Journal
Università dell'Arizona: l’uso di integratori sembra associato a un rischio inferiore di decesso per cancro, e a un tasso di mortalità superiore per malattie cardiovascolari
Il primo SGLT2i in Italia rimborsato, oltre che per il trattamento dello scompenso cardiaco cronico sintomatico, anche per il trattamento del diabete mellito di tipo 2 e della malattia renale cronica
In molti casi si può farlo in sicurezza, con qualche accortezza, come evidenzia l'American Heart Association (Aha)
Lo rivela uno studio ideato e coordinato dall'Università della Campania 'Vanvitelli', in collaborazione con vari enti
Il primo SGLT2i in Italia rimborsato, oltre che per il trattamento dello scompenso cardiaco cronico sintomatico, anche per il trattamento del diabete mellito di tipo 2 e della malattia renale cronica
In molti casi si può farlo in sicurezza, con qualche accortezza, come evidenzia l'American Heart Association (Aha)
Lo rivela uno studio ideato e coordinato dall'Università della Campania 'Vanvitelli', in collaborazione con vari enti
Di Marco del Sant’Orsola e ricercatore Unibo: "La sfida è la prevenzione"
Il nuovo Nomenclatore di specialistica ambulatoriale bloccherà l'abbattimento delle liste di attesa, con una drammatica ripercussione sui 36mila posti di lavoro
Obiettivo della Strategia: arginare “l’epidemia” delle patologie del cervello nel nostro Paese. Il Ministro Schillaci apre l’evento “One Brain, One Health”
Lo rivela uno studio condotto dagli scienziati dell’Università di Tromsø
Secondo un gruppo di neuroscienziati, è la prova di un cervello impegnato in più attività
Commenti