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Iss: nuovi farmaci contro la sclerosi

Neurologia Redazione DottNet | 29/05/2019 16:04

I linfociti B e virus della mononucleosi infettiva sono bersagli consolidati e potenziali delle nuove terapie

La comprensione dei meccanismi di sviluppo della sclerosi multipla, lo studio di nuovi farmaci più efficaci, la valutazione dell' entità dei danni cerebrali e l' evoluzione della malattia sono l' obiettivo della ricerca condotta dall' Istituto superiore di sanità sulla sclerosi multipla, grazie ai finanziamenti del ministero della Salute, della Commissione europea e anche grazie alla Fondazione italiana sclerosi multipla. Ad esempio, linfociti B e virus della mononucleosi infettiva sono bersagli consolidati e potenziali delle nuove terapie per la sclerosi multipla. I progetti in corso - informa una nota - vertono sulle cause e sui meccanismi di malattia, con l' obiettivo di capire perché il sistema immunitario, il cui compito principale è difenderci dalle infezioni e dalla crescita dei tumori, rivolge invece le sue armi contro il sistema nervoso causando la sclerosi multipla.

Barbara Serafini e Francesca Aloisi, con i loro collaboratori del Dipartimento di Neuroscienze, hanno svolto studi pionieristici sul ruolo dei linfociti B nella sclerosi multipla, dando ulteriore fondamento allo sviluppo di terapie farmacologiche dirette contro questo tipo di cellule immunitarie. Nel 2018 è stato infatti approvato un farmaco biologico in grado di ridurre il numero di linfociti B, l' ocrelizumab, molto efficace nelle forme recidivanti di sclerosimultipla e il primo approvato per la forma progressiva della malattia. Sul versante delle cause della malattia le ricerche si sono indirizzate sul virus di Epstein-Barr, un virus molto diffuso che infetta proprio i linfociti B ed è un fattore di rischio consolidato per la sclerosi multipla. La tesi su cui i ricercatori dell' Iss continuano a lavorare, con l' obiettivo di aprire nuove strade per la prevenzione e il trattamento della patologia, è che il virus di Epstein-Barr sia il principale bersaglio e attivatore della risposta immunitaria che colpisce il sistema nervoso centrale nella sclerosi multipla.

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 L' utilizzo dell' interferone beta come farmaco di prima linea per il trattamento della forma recidivante della sclerosi multipla ha suggerito la possibilità che la risposta immunitaria diretta contro gli agenti infettivi rappresenti uno dei meccanismi coinvolti nell' insorgenza della malattia. Gli interferoni, infatti, sono molecole normalmente rilasciate in risposta alle infezioni, soprattutto di origine virale. In linea con questa ipotesi, Martina Severa ed Eliana Coccia, con i loro collaboratori del Dipartimento di Malattie infettive dell' Iss, hanno portato alla luce numerose alterazioni nell' espressione di geni coinvolti nelle risposte antivirali, in particolare nei linfociti B, e nei processi intracellulari regolati dagli interferoni, che potrebbero rappresentare nuovi potenziali bersagli per la terapia. Tra i meccanismi che appaiono alterati nei linfociti B delle persone con sclerosi multipla sono stati inoltre identificati quelli che regolano il metabolismo cellulare, ovvero l' insieme di reazioni che permettono di generare e utilizzare l' energia all' interno delle cellule, influenzandone la sopravvivenza e le funzioni. L' interesse per questo tipo di ricerca nasce dall' evidenza che un eccesso di energia può contribuire ad alimentare il processo infiammatorio, che è il tratto caratteristico della sclerosi multipla.

La mielina, la guaina che facilita la conduzione nervosa ed è danneggiata nella malattia, è un altro dei bersagli terapeutici importanti su cui si sta lavorando per contrastare la sclerosi multipla. L' obiettivo è identificare le strategie più idonee a ricostruire la mielina e a proteggere i neuroni, la cui perdita è la causa principale della progressione dei deficit neurologici. Il gruppo coordinato da Cristina Agresti del Dipartimento di Neuroscienze sta lavorando per identificare nuove molecole capaci di stimolare la produzione di mielina e per comprendere i meccanismi che sono alla base della loro attività. La ricerca sulla mielina all' Iss si coordina con le attività di un consorzio internazionale di ricercatori, Progressive Ms Alliance, finanziato dalle associazioni di persone con sclerosi multipla in Europa, Canada, Stati Uniti e Australia, con l' obiettivo di accelerare la scoperta di farmaci neuroprotettivi. In questo ambito, i ricercatori dell' Iss stanno valutando in modelli sperimentali l' attività pro-mielinizzante di numerosi composti, molti dei quali già approvati per uso umano, quale primo passo verso l' identificazione delle molecole più attive e idonee per il trattamento delle persone con sclerosi multipla.

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