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Diritto di cura dimezzato per i pazienti psichiatrici

Psichiatria Redazione DottNet | 24/06/2019 19:19

Analisi Siep, le ore di cure fornite sono solo il 55% del necessario

Carenza di personale e difficoltà organizzative dimezzano il diritto di cura per le persone con disturbi psichiatrici. Rispetto al bisogno di psicoterapia e riabilitazione, i Dipartimenti di Salute Mentale sono in grado di fornire solo il 55% dell'assistenza necessaria. Mentre milioni di persone non arrivano neppure a chiedere aiuto ai servizi sul territorio. Intanto, ad aprire alla presenza di psicologi negli studi dei medici di famiglia è una norma presente nel Dl Calabria, da poco approvato dal Parlamento. Dalla depressione grave alla schizofrenia, dalle psicosi al bipolarismo, a soffrire di gravi disturbi psichiatrici, sono alcuni milioni di persone in Italia.

Di queste, oltre 800.000 sono in cura presso i Dipartimenti di salute Mentale delle Asl. Secondo i risultati di un'analisi della Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica (Siep), tra consulenza, cura e presa in carico, il loro fabbisogno di assistenza è pari a oltre un milione e 200mila ore al mese. Tuttavia, i 4.696 medici psichiatri e i 1.058 psicologi effettivamente impegnati nei servizi del territorio possono garantire solo una capacità assistenziale di 677.580 ore al mese, circa la metà. "In sostanza, i dipartimenti sono in grado di rispondere a solo il 55% del fabbisogno stimato", commenta il presidente Siep Fabrizio Starace, componente del Consiglio Superiore di Sanità (Css). La riduzione di personale degli ultimi anni, prosegue, "dovuta al blocco del turn over e alla carenza di specialisti, ha determinato una carenza sempre maggiore della capacità di presa in carico da parte dei servizi pubblici".

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Tanti pazienti, denuncia Gisella Trincas, la presidente dell'Unasam, Unione delle associazioni di Salute mentale, "restano chiusi in casa, a totale carico delle famiglie, altri subiscono un intervento farmacologico massiccio per compensare la mancanza di un percorso di riabilitazione e sostegno psicologico". Ci sono poi, prosegue Starace, "milioni di persone che, pur avendone bisogno, non arrivano neanche a chiedere aiuto, in alcuni casi per mancanza di conoscenza, in altri per i tanti pregiudizi che ancora riguardano il disagio psichico. E il loro numero è in continua crescita anche per effetto della crisi economica". E' proprio a una parte di questi ultimi 'non intercettabili' dai servizi specialistici ma comunque seguiti da un medico di famiglia, che potrebbe rivolgersi una norma del dl Calabria. Inserita attraverso emendamento, prevede la presenza di psicologi negli studi dei medici di base.

Tuttavia, precisa Silvestro Scotti, segretario della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (Fimmg), "legge non è automatica, fa riferimento all'accordo collettivo nazionale e prevede quindi la firma dei sindacati". A riaccendere di recente i riflettori su questa delicata area della sanità pubblica "per troppi anni trascurata" è stata il ministro della Salute Giulia Grillo, annunciando per il 26 giugno la presentazione del nuovo Rapporto del ministero sulla Salute Mentale e l'insediamento di un tavolo tecnico ad hoc. Tra i temi da affrontare, anche le fortissime disuguaglianze tra Nord e Sud Italia, con alcune regioni in cui la spesa per la salute mentale si avvicina al 7% e altre, in cui supera di poco il 2%.

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