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Morbillo: Oms, l'Europa arretra e quattro Paesi non sono più 'free'

Infettivologia Redazione DottNet | 29/08/2019 19:39

Sono Albania, Repubblica Ceca, Grecia e Regno Unito

L'Europa perde terreno nella battaglia per eradicare il morbillo. Il Regno Unito è l'ultimo in ordine di tempo, ma sono 4 i Paesi europei che non possono più dirsi 'morbillo-free', ovvero in cui il virus, precedentemente debellato, è tornato a circolare. A lanciare l'allarme che segna un passo indietro nella battaglia, è l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), sottolineando il ruolo giocato dalla diffusione di false informazioni attraverso i social media. Mentre anche gli Stati Uniti sono vicini a perdere lo status di Paese 'free' dal morbillo, come reso noto oggi dai Centri per il Controllo e la prevenzione delle malattie. Dopo diversi anni di "costante progresso verso l'eliminazione del virus nella Regione Europea, il numero di Paesi che ha raggiunto l'eliminazione della malattia è diminuito".

Secondo le conclusioni della Commissione europea di verifica regionale per l'eliminazione del morbillo e della rosolia (RVC), basate sui dati del 2018, dei 53 Stati membri della Regione Europea sono 35 quelli che possono vantare lo status di morbillo-free (ovvero in cui non c'è trasmissione endemica per almeno 3 anni), tra questi anche due Paesi, Svizzera e Austria, che hanno raggiunto questa condizione nel 2018; in 12 Stati la circolazione è endemica (tra cui l'Italia, la Francia e la Germania) e 4 in cui era stata precedentemente eliminata la malattia, ne hanno visto il ritorno: Albania, Repubblica Ceca, Grecia e Regno Unito. A certificare la "drastica ripresa" della circolazione sono anche i dati diffusi dall'Oms pochi giorni fa: il numero di casi di morbillo in Europa da gennaio a giugno 2019 è stato circa 90.000, il doppio di quello riportato per lo stesso periodo nel 2018, e la metà si è verificata in Ucraina. Questa malattia esantematica si diffonde facilmente ma è prevenibile con due dosi di vaccino. Se il morbillo continua a diffondersi è dovuto, dunque, alle mancate vaccinazioni o al mancato richiamo, fondamentale per dare una copertura a vita.

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"Se un'elevata copertura immunitaria non viene raggiunta e sostenuta, sia i bambini che gli adulti soffriranno inutilmente e alcuni moriranno tragicamente", ha dichiarato Guenter Pfaff, presidente del comitato di esperti dell'Oms sul morbillo in Europa. Nel 2017 circa 110.000 persone sono decedute nel mondo a causa complicanze dovute morbillo, per lo più bimbi sotto i 5 anni. A giocare un ruolo importante, sono le campagne no-vax, diffuse ampiamente sul web e sui social e considerate, dall'Oms tra le prime 10 minacce per la salute globale nel 2019. Proprio per contribuire a offrire informazioni certificate su un tema così importante, Pinterest, il social network basato sulla condivisione di immagini e video, ha annunciato che gli utenti che faranno ricerche di parole come "morbillo" o "sicurezza dei vaccini" verranno automaticamente indirizzati a siti certificati e affidabili, come quelli di organizzazioni di sanità pubblica. "La disinformazione sui vaccini - spiega l'Oms - è contagiosa e pericolosa come le malattie che aiuta a diffondere". Per questo "speriamo che altre piattaforme di social media in tutto il mondo seguano questo esempio".

A Erba, l'ospedale Fatebenefratelli ha segnalato la necessità di tenere alta la guardia già lo scorso anno, in agosto, quando si erano verificati alcuni casi di morbillo su adolescenti. «Sono adolescenti non vaccinati o che hanno ricevuto una sola dose di vaccino», è stata la spiegazione fornita alla stampa dal dottor Gaetano Mariani, primario di pediatria all’ospedale Sacra Famiglia Fatebenefratelli di Erba (Como). Se di morbillo si torna a morire lo si deve dunque alle mancate vaccinazioni o, più spesso, al mancato richiamo. Prima degli anni ‘80, ha ricordato Mariani, ci si ammalava di morbillo e chi superava la fase acuta della malattia sviluppava gli anticorpi che lo difendevano per tutta la vita. Dagli anni ’90 dall’avvento del vaccino trivalente (morbillo-rosolia-parotite), la malattia è stata quasi debellata ma, negli ultimi anni a causa della non obbligatorietà della vaccinazione e scarsa sensibilità sociale nei genitori,  la copertura vaccinale nella popolazione è scesa sotto la soglia  del 95%; inoltre, molti nati dopo gli anni 90 non hanno completato i due richiami, che sono fondamentali per dare una copertura per la vita.

Tutto questo ha portato alla ricomparsa della malattia e a quella di morbilli atipici nei soggetti vaccinati parzialmente: molti soggetti sono dunque più a rischio di sviluppare la malattia e sono quelli che per ragioni di salute non possono essere vaccinati, oltre alla popolazione che ha una eta’ compresa tra i 15 anni e i 37 anni ( con una mediana di 27 anni). In pratica, ogni adulto che non ha completato correttamente il ciclo del trivalente rischia di essere esposto alla malattia diventando un pericolo per i propri figli non vaccinati. Le complicanze neurologiche possono lasciare segni indelebili, come disabilità permanenti: «Non ci sono cure per le complicanze - spiega Mariani - e andarsene in giro con un trivalente incompleto significa - nella migliore delle ipotesi - essere potenziali vettori del virus. Quindi consiglio caldamente, nel dubbio, di rivaccinarsi». La malattia esantematica provoca le caratteristiche macchie rossastre sulla pelle ed è sempre associata a tosse stizzosa e febbre che sale con puntate ogni giorno più alte fino alla comparsa delle manifestazioni cutanee poi gradatamente decresce. Se trascurata può  portare a complicanze come  polmonite e vari gradi di encefalite; in percentuale ridotta anche alla morte. Dubbi sulla necessità di vaccinarsi? «Nessuno - risponde Mariani - in quanto con la vaccinazione  non si corrono rischi, mentre si corrono e si fanno correre agli altri trascurando di vaccinarsi».

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