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Per due persone su tre la demenza è una normale conseguenza dell'età

Neurologia Redazione DottNet | 20/09/2019 18:14

Tanti falsi miti su una malattia che colpisce 50 milioni di persone

Ogni tre secondi, nel mondo, una persona viene colpita da demenza. E 2 persone su 3 pensano ancora che questa malattia sia conseguenza del normale invecchiamento. Una persona su 4 pensa che non si possa fare nulla per prevenirla. Questi alcuni dei falsi miti riguardo a una malattia che colpisce circa 50 milioni di persone a livello globale ma che ancora pochi sanno affrontare o prevenire in modo corretto. A metterlo in luce è il Rapporto Mondiale 2019 "L'atteggiamento verso la demenza", diffuso dalla Federazione Alzheimer Italia.   Il rapporto, redatto da Alzheimer's Disease International (Adi) e pubblicato alla vigilia della Giornata mondiale dedicata all'Alzheimer che si celebra il 21 settembre, si basa sulle interviste a 70.000 persone (pazienti, carer, personale sanitario e popolazione generale) di 155 Paesi.

L'analisi dei dati rivela un'allarmante mancanza di conoscenza sulla demenza, malattia la cui incidenza dovrebbe triplicare entro il 2020: una persona su 5 la attribuisce alla sfortuna, il 10% alla volontà di Dio, il 2% a stregoneria. Poco conosciuta la demenza è però molto temuta: il 95% dei partecipanti ritiene che potrebbe svilupparla nel corso della sua vita e il 70% si sottoporrebbe a un test genetico per conoscere il rischio.   Stigma e paura dell'isolamento pesano su chi soffre della malattia: circa il 50% si sente ignorato dal personale sanitario e il 60% degli intervistati ritiene corretto non coinvolgere le persone con demenza. "A livello individuale, lo stigma - spiega Paola Barbarino, Amministratore Delegato di ADI - può ridurre la partecipazione ad attività sociali, peggiorando qualità della vita. A livello di società, può influire sull'entità dei fondi da stanziare per la cura e l'assistenza. Auspichiamo che i risultati possano dare il via a un cambiamento positivo". Circa il 50% degli intervistati, conclude Gabriella Salvini Porro, presidente Federazione Alzheimer Italia, "sanno che lo stile di vita può influire sulla riduzione del rischio di sviluppare una forma di demenza: dobbiamo agire su tutti i fronti per aumentare questa percentuale"

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fonte: Alzheimer's Disease International

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