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In aumento i camici rosa in Ssn: ma uno su dieci fa carriera

Sanità pubblica Redazione DottNet | 11/10/2019 15:19

Nel 2017 sono il 44% dei 105 mila camici bianchi dipendenti del Servizio sanitario nazionale, secondo gli ultimi dati della Ragioneria Generale dello Stato elaborati dall' Anaao Assomed

Il numero delle donne medico in Italia aumenta di anno in anno. Nel 2017 sono il 44% dei 105 mila camici bianchi dipendenti del Servizio sanitario nazionale, secondo gli ultimi dati della Ragioneria Generale dello Stato elaborati dall' Anaao Assomed. "Ma il sorpasso, che sarà nei prossimi anni sempre più evidente, è ancora solo nei numeri - sottolinea l' Anaao - Alle donne è infatti preclusa la possibilità di fare carriera: in media ai vertici arriva solo una su 10, nello specifico 1 su 50 diventa direttore di Struttura complessa e 1 su 13 responsabile di Struttura semplice. E anche nelle discipline in cui è più elevata la quota di donne tra i medici, la loro presenza nelle posizioni apicali è molto bassa (pediatria 10%, psichiatria 25%, ginecologia e ostetricia 17%)". Secondo l' Anaao, le Regioni con il maggior numero di 'camici rosa' sono la Sardegna (56%), seguita da Emilia Romagna (51%) e Veneto (50%).

Chiude la classifica la Campania con il 31%. Nella fascia d' età 40-44 anni le donne sono il 60% del totale dei medici, mentre dopo i 50 anni la prevalenza è maschile, con una rappresentanza di medici uomini tra i 55-59 anni del 64% e dopo i 60 anni del 72%. Sono questi i numeri che aprono la terza Conferenza Anaao Donne, in programma a Genova. Un' occasione per fare il punto sugli ostacoli della vita in corsia, sui problemi che inibiscono il decollo professionale delle donne medico e le soluzioni che il sindacato può e deve trovare. "Il contratto di lavoro siglato il 24 luglio va proprio in questa direzione: salario intero, compreso il trattamento accessorio, per il congedo di maternità e di paternità - ricorda l' Anaao Assomed - Monte ore annue di 18 ore per assenze per visite, terapie e prestazioni specialistiche senza decurtazioni stipendiali; ulteriore monte ore di 18 ore annue per assenze per particolari motivi personali e familiari retribuite; ferie estive garantite (15 giorni) nel periodo 15 giugno-15 settembre per i dipendenti con figli nella scuola dell' obbligo. Inoltre l' Organismo paritetico potrà avanzare proposte su temi importanti come: conciliazione dei tempi di vita e lavoro; esenzione dalle guardie a 62 anni; incremento della percentuale di part-time dal 3 al 7%".

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"A partire dal titolo di questa conferenza ci schieriamo per un futuro che sia sempre più orientato dalle donne. Curiosamente - fa notare Sandra Morano, coordinatrice dell' Area Formazione femminile Anaao - il momento della massima svalutazione del Ssn coincide con la più grande ondata di mano d' opera sanitaria femminile. Le donne scelgono la professione di cura come prima, e forse più congeniale, opzione, mentre gli uomini la stanno abbandonando perché meno prestigiosa, anche economicamente. Ma per la professione medica non passa solo da qui l' urgenza di un necessario recupero di autorevolezza. Recupero non facile né scontato, ma che toccherà giocoforza alle donne, in maggioranza nei prossimi anni, mettere in atto".

"Il cambiamento necessario - osserva Carlo Palermo, segretario nazionale Anaao Assomed - richiede tempo, ma soprattutto politiche che lo assumano come necessità per trasferire una visione di genere nei contratti di lavoro, nelle leggi, nella prassi, ed evitare che la crescita delle donne in sanità sia derubricata a semplice fenomeno di costume". "È giunto il momento - ammonisce - che la sanità abbandoni un modello unicamente maschile e si avvii velocemente verso la declinazione di ritmi e organizzazione del lavoro che tenga conto della presenza delle donne. E il sindacato di fronte a questi numeri deve ripensare se stesso - conclude - in termini di servizi offerti e di obiettivi organizzativi su cui impegnare energie e risorse per creare migliori condizioni lavorative per i medici del Ssn, uomini o donne che siano".

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