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Carenze medici, chiuso il bando per giovani laureati in Veneto: 224 domande

Sanità pubblica Redazione DottNet | 14/10/2019 20:56

Sono laureati, abilitati, ma non ancora specializzati, da inserire negli ospedali con un contratto autonomo. Il bando riguarda l' inserimento nell' area Pronto Soccorso. La ricetta del Sumai contro le carenze

Si è chiuso  in Veneto, con ben 224 domande arrivate, il bando per il reclutamento di giovani medici laureati, abilitati, ma non ancora specializzati, da inserire negli ospedali con un contratto autonomo. Il bando riguarda l' inserimento nell' area Pronto Soccorso. Da oggi, come previsto dalle relative delibere assunte lo scorso agosto per far fronte alla grave carenza di medici, parte quello riservato all' area internistica. Ne ha dato oggi notizia il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia intervenendo oggi, affiancato dall' Assessore alla Sanità Manuela Lanzarin, a un evento all' Ospedale di Castelfranco Veneto. Il percorso formativo che precederà la fase dell' inserimento negli ospedali sarà realizzato in collaborazione e confronto con le Università, partendo da quanto previsto dalle delibera di giunta di agosto, cioè una parte teorica di formazione d' aula e un' attività di tirocinio pratico con tutoraggio.

''L' adesione è stata importante - commenta Zaia - il che dimostra quanta voglia di lavorare e di mettersi alla prova ci sia tra i nostri giovani medici, imprigionati nell' assurdità nazionale delle borse di specialità in numero largamente inferiore ai laureati in medicina, elemento questo tra i più determinanti per la ormai emergenziale carenza di medici in tutta Italia (53.000) e in Veneto (almeno 1.300). In questi mesi - aggiunge il Governatore - abbiamo sentito un mare di teorie, ma fatti concreti, nessuno. Il primo e unico è stato il documento del Veneto che tutte le Regioni hanno fatto proprio e approvato, inviandolo già il 26 settembre scorso al Governo e al Ministero della Salute". "Come Regione non abbiamo voluto arrenderci all' ineluttabilità di non poter dare ai nostri cittadini tutta l' assistenza di cui hanno bisogno e abbiamo deciso di percorrere questa strada, certamente inedita, certamente coraggiosa, ma altrettanto certamente non campata in aria. Non butteremo mai allo sbaraglio questi ragazzi - aggiunge - ma li inseriremo gradatamente, vicino ai colleghi strutturati, e a occuparsi delle situazioni più semplici, non certo di codici rossi. Abbiamo fiducia nelle nostre Università e siamo certi che, con la preparazione ottenuta, i giovani medici saranno preziosi occupandosi, ad esempio, di codici bianchi o, al massimo, verdi''.

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''Le 224 domande arrivate - precisa la Lanzarin - saranno ora velocemente valutate per verificare i requisiti richiesti. Nel frattempo abbiamo fatto partire il secondo bando, quello per l' inserimento nell' area internistica con 150 posti. Se, come fa intendere l' esito di quello chiuso oggi, anche il prossimo sarà un successo - aggiunge l' Assessore - disporremo di centinaia di forze fresche da inserire nel sistema, garantendo loro un lavoro e un' occasione unica per potersi formare sul campo".  "E' chiaro - dice la Lanzarin - che si tratta di una soluzione di tipo emergenziale ma, come evidenzia bene il documento approvato da tutte le Regioni italiane, la questione ha due facce: quella dell' urgenza e quella della programmazione di prospettiva. L' urgenza è dettata dalla necessità di non chiudere reparti, e questo la Regione Veneto non lo farà mai; la prospettiva è quella di una profonda riforma che snellisca e sburocratizzi l' intero cammino verso l' esercizio della professione medica''. Il Documento, dal titolo ''Proposte Riguardanti la Carenza di Medici Specialisti e la Valorizzazione delle Professioni Sanitarie non Dirigenziali'' si articola in 16 punti e 5 linee strategiche: Interventi inerenti l' Accesso al Lavoro nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN); interventi per rendere la Formazione più Vicina alle Mutate Esigenze del SSN; interventi per Valorizzare e Rendere Maggiormente Attrattivo il lavoro all' Interno del SSN. interventi per Migliorare la Programmazione Futura dei Professionisti del SSN; interventi di Armonizzazione agli Standard e ai riferimenti Europei in Materia di Tempi e Funzioni.

La ricetta del Sumai

Carenza specialisti, liste d’attesa, cronicità, il nuovo Acn, mobilità sanitaria, medicina difensiva e aggressioni ai medici. Questi i temi affrontati da Antonio Magi nel corso della sua relazione che ha aperto il 52° Congresso Nazionale del SUMAI Assoprof che fino a giovedì si svolgerà a Gardone Riviera (BS).  Naturalmente il cuore della relazione è stato dedicato alla carenza di specialisti. Questo per  Magi è un “falso problema” e lo dimostra dati alla mano.
 
Gli specialisti ci sono – spiega –, basta assumerli. Il Ssn deve diventare però più attrattivo, con retribuzioni in linea con i maggiori paesi europei e proponendo contratti a tempo indeterminato, eliminando contratti a termine o proposte che generano solo precariato”.   Tra le soluzioni che il SUMAI Assoprof prospetta per far fronte alla carenza di specialisti c’è “l’aumento delle borse; l’aumento del massimale orario settimanale per gli specialisti ambulatoriali interni portandolo, per chi ne fa richiesta da 20 a 38 ore” e infine “il superamento delle anacronistiche incompatibilità che non permettono agli specialisti che lavorano part-time nelle strutture private accreditate, oggi inserite a pieno titolo come appartenenti al servizio pubblico di operare anche all’interno del Ssn”.

Specialisti pronti ad entrare nel Ssn
“Nei prossimi 15 anni – è il ragionamento di Magi – il Servizio Sanitario Nazionale perderà 56 mila medici dipendenti, circa 8 mila medici specialisti convenzionati interni e 35 mila medici di medicina generale. Questo scenario è figlio di una programmazione inadeguata da parte delle autorità competenti e potrebbe seriamente mettere a rischio le basi portanti del nostro SSN compromettendone i risultati sin qui ottenuti.  Al momento, in Italia, ci sono 374.616 medici iscritti agli ordini professionali, di cui 234.917 sono specialisti. Di questi attualmente risultano occupati, presso il SSN, solo 138.012 medici specialisti mentre i restanti 96.905 si dividono tra liberi professionisti, pensionati e in cerca di occupazione”.
 
“Circa 32.500 dei 96.905 medici specialisti – evidenzia - sono già in possesso dei titoli formativi necessari richiesti per essere assunti nel SSN sia come dipendenti che come convenzionati.  Circa 13.000 di questi 32.500 sono già iscritti nelle graduatorie della specialistica ambulatoriale o hanno fatto domanda per entrarvi. I rimanenti, 19.500 circa, che non risultano nelle graduatorie della specialistica ambulatoriale sono in età per poter partecipare ai concorsi pubblici qualora venissero banditi”.
 
“Al momento – prosegue Magi -, dei circa 13.000 specialisti già presenti nelle graduatorie della specialistica ambulatoriale, 3.261 sono al disotto dei 45 anni, la maggioranza sono di genere femminile ed hanno già espresso, di fatto, entrando nelle graduatorie, la loro disponibilità ad entrare nel SSN come specialisti convenzionati. Sono quindi pronti, da subito, a prendere servizio, basterebbe solo farli entrare invece di piangerne la carenza. Inoltre a questi si dovrebbe aggiungere una parte degli ulteriori 6.200 che si sono appena specializzati.

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