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I risultati di evolocumab nei pazienti che hanno avuto un infarto del miocardio

Farmaci Redazione DottNet | 21/11/2019 13:50

Un’ulteriore analisi dello studio FOURIER dimostra che la riduzione del colesterolo LDL con evolocumab non ha compromesso la capacità cognitiva del paziente

Amgen ha annunciato i risultati di una nuova analisi dello studio FOURIER (lo studio sugli esiti cardiovascolari di evolocumab) che valuta l’efficacia di evolocumab nei pazienti che hanno avuto un recente infarto del miocardio (IM). L’analisi ha mostrato che i pazienti che hanno avuto un recente infarto miocardico (meno di un anno prima) sono a maggior rischio di incorrere in successivi eventi cardiovascolari (CV) rispetto ai pazienti che hanno avuto un infarto miocardico più di un anno prima.

Nel corso dell’analisi, nei pazienti trattati con evolocumab  entro un anno dall’infarto, si è osservata una riduzione del rischio di un successivo evento cardiovascolare maggiore (morte CV, IM o ictus) pari al 25%, rispetto al 15% nei pazienti trattati con evolocumab che hanno avuto un infarto più distante nel tempo. I risultati sono stati presentati in occasione delle Sessioni Scientifiche annuali dell’ American Heart Association (AHA), che si sono tenute lo scorso lunedì 18 novembre a Filadelfia.

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"Questi risultati forniscono ulteriori evidenze dell’efficacia di evolocumab nel diminuire il rischio di insorgenza di futuri eventi cardiovascolari nei pazienti che hanno già avuto un infarto" – dichiara Giuseppe Musumeci, Direttore S.C. di Cardiologia dell’Azienda Ospedaliera Santa Croce e Carle di Cuneo - “Per questi pazienti il rischio di incorrere in un successivo evento è molto alto entro il primo anno dall’evento. Questi dati dimostrano quindi l’importanza di monitorare e gestire il più precocemente possibile i livelli di C-LDL e supportano le recenti raccomandazioni delle linee guida internazionali, che richiedono una riduzione più intensiva del colesterolo LDL mantenendolo a livelli estremamente bassi, al fine di minimizzare il rischio di futuri eventi CV nei pazienti ad alto rischio,1,2 ”.

In questa analisi degli esiti dello studio di riferimento FOURIER, 5711 pazienti, che hanno avuto un infarto miocardico entro un periodo da uno a 12 mesi dalla randomizzazione, sono stati confrontati con 16.609 pazienti che avevano avuto un evento più distante nel tempo (>12 mesi prima della randomizzazione), al fine di valutare l’efficacia di evolocumab sull’endpoint primario (morte CV, IM, ictus, angina instabile o rivascolarizzazione coronarica) e sull’endpoint secondario chiave (morte CV, IM o ictus).

I nuovi dati di FOURIER non mostrano alcun impatto sulla funzione cognitiva riferita dal paziente

Un’ulteriore analisi dello studio FOURIER, presentata al congresso AHA, consolida la sicurezza e l’efficacia della riduzione intensiva del colesterolo LDL con evolocumab  nei pazienti con malattie cardiovascolari ad alto rischio. L’analisi ha valutato l’impatto della riduzione del colesterolo LDL con evolocumab sulla capacità cognitiva riferita dai pazienti con malattia cardiovascolare stabile, e ha dimostrato che l’aggiunta di evolocumab alla terapia con statine non ha avuto alcun impatto sulla funzione cognitiva riportata quotidianamente, anche nei pazienti con livelli di colesterolo LDL molto bassi .

Il programma PROFICIO

FOURIER fa parte di PROFICIO (Program to Reduce LDL-C and cardiovascular Outcomes Following Inhibition of PCSK9 In different pOpulations, “Programma per ridurre il colesterolo LDL e gli esiti cardiovascolari dopo l’inibizione del PCSK9 in diverse popolazioni”), un programma di studi clinici di Amgen che esamina l’impatto di evolocumab sul colesterolo LDL e sull’incidenza di malattie cardiovascolari in diverse popolazioni ad alto rischio CV, ivi inclusi i soggetti gestiti con statine, i pazienti intolleranti alle statine, le persone con disturbi genetici e i pazienti con aterosclerosi. Ad oggi, il programma PROFICIO comprende 36 studi, condotti su oltre 38.000 pazienti in tutto il mondo.

Il disegno dello studio clinico sugli esiti cardiovascolari con Repatha (FOURIER)

FOURIER (Further cardiovascular OUtcomes Research with PCSK9 Inhibition in Subjects with Elevated Risk, “Ricerca sugli ulteriori esiti cardiovascolari con l’inibizione del PCSK9 in soggetti a rischio elevato”) è uno studio di fase III randomizzato, multinazionale, in doppio cieco, controllato con placebo, disegnato per valutare se il trattamento con Repatha in combinazione con la terapia con statine rispetto al placebo più terapia con statine, riduce gli eventi cardiovascolari. L’endpoint primario era costituito dal tempo alla morte cardiovascolare, all’infarto miocardico, all’ictus, al ricovero per angina instabile o alla rivascolarizzazione coronarica. L’endpoint secondario chiave era il tempo alla morte cardiovascolare, all’infarto miocardico o all’ictus.

Presso oltre 1300 centri di studio in tutto il mondo, pazienti elegibili con colesterolo alto (colesterolo LDL ≥70 mg/dL o colesterolo lipoproteico non ad alta densità [non C-HDL] ≥100 mg/dL) e malattia cardiovascolare aterosclerotica clinicamente evidente sono stati randomizzati a ricevere evolocumab 140 mg per via sottocutanea ogni due settimane o 420 mg al mese, più un dosaggio efficace di statine; oppure placebo per via sottocutanea ogni due settimane o una volta al mese più un dosaggio efficace di statine. La terapia ottimizzata con statine è stata definita come atorvastatina almeno 20 mg o equivalente una volta al giorno, con una raccomandazione per atorvastatina almeno 40 mg o equivalente una volta al giorno, dove approvato. Lo studio è stato del tipo event-driven (“guidato dagli eventi”) ed è proseguito fino a quando almeno 1630 pazienti hanno sperimentato un endpoint secondario chiave.

Informazioni su evolocumab

Evolocumab è un anticorpo monoclonale umano che inibisce la proproteina convertasi subtilisina/kexina di tipo 9 (PCSK9, proprotein convertase subtilisin/kexin type 9). Evolocumab si lega al PCSK9 e inibisce il legame tra il PCSK9 circolante e il recettore delle lipoproteine a bassa densità (R LDL), prevenendo la degradazione del RLDL mediata da PCSK9 e permettendo al RLDL di riciclarsi nuovamente sulla superficie delle cellule epatiche. Inibendo il legame di PCSK9 con il RLDL, evolocumab aumenta il numero di RLDL disponibili per eliminare l’LDL dal sangue, abbassando in tal modo i livelli di C-LDL.5

Evolocumab è approvato in oltre 70 Paesi, inclusi Stati Uniti, Giappone, Canada e tutti i 28 Stati Membri dell’Unione Europea. Le domande di registrazione in altri Paesi sono in via di sottomissione.

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