Canali Minisiti ECM

Tre tipi di cellule allineano il ritmo circadiano del cervello alla luce ambientale

Medicina Interna Redazione DottNet | 10/12/2019 12:14

Lo studio segna la prima valutazione diretta nell'uomo delle risposte alla luce da parte delle cellule gangliari della retina intrinsecamente fotosensibili

Sono tre i tipi di cellule nell'occhio che aiutano il cervello a distinguere il giorno dalla notte. Che in pratica allineano il ritmo circadiano del cervello alla luce ambientale. Lo rileva una ricerca guidata dal Salk Institute for Biological Studies, pubblicata su Science. Lo studio segna la prima valutazione diretta nell'uomo delle risposte alla luce da parte di queste cellule, chiamate cellule gangliari della retina intrinsecamente fotosensibili (ipRGC).  "Siamo diventati per lo più una specie indoor - evidenzia Satchidananda Panda, autore senior della ricerca- comprendere come queste cellule rispondono alla qualità, quantità, durata e sequenza della luce ci aiuterà a progettare una migliore illuminazione per le terapie intensive neonatali, le scuole, le fabbriche, gli uffici, gli ospedali e persino la stazione spaziale".

Questa nuova comprensione potrebbe anche alimentare la ricerca futura sullo sviluppo di un'illuminazione terapeutica in grado di trattare la depressione, l'insonnia, l'emicrania e persino i problemi del sonno tra i pazienti con Alzheimer. Per lo studio, il team ha utilizzato un nuovo metodo per mantenere funzionali i campioni di retina dopo la morte dei donatori. I ricercatori hanno quindi posizionato questi campioni su una griglia di elettrodi per studiare la reazione alla luce. Hanno scoperto che un piccolo gruppo di cellule ha iniziato a emettere segnali dopo solo un impulso di luce di 30 secondi. Dopo lo spegnimento, alcune di queste cellule hanno impiegato diversi secondi per smettere. I ricercatori hanno scoperto anche che erano più sensibili alla luce blu, utilizzata anche in dispositivi come smartphone e laptop. Test successivi hanno rivelato tre tipi distinti di cellule. Il primo ha risposto alla luce abbastanza rapidamente ma ha impiegato molto tempo per 'spegnersi', il secondo ha impiegato tempo ad accendersi e anche molto a 'spegnersi', il terzo ha risposto solo a una luce molto luminosa, ma si è acceso velocemente e poi spento quando è scomparsa.

pubblicità

fonte:  Science

Commenti

I Correlati

"L'elastografia di ultima generazione ha ridotto di oltre il 50% il bisogno di ricorrere alla biopsia, per la valutazione della patologia sia del fegato steatosico (grasso) che della fibrosi che può evolvere in cirrosi"

Lo rivela uno studio condotto dagli scienziati dell’Università di Tromsø

I risvegli notturni sono il disturbo più diffuso: ne soffre oltre 1 intervistato su 3

Secondo uno studio pubblicato su Nature Food e condotto presso l'Università McGill in collaborazione con la London School of Hygiene & Tropical Medicine l'aspettativa di vita aumenta in media di 9 mesi

Ti potrebbero interessare

"L'elastografia di ultima generazione ha ridotto di oltre il 50% il bisogno di ricorrere alla biopsia, per la valutazione della patologia sia del fegato steatosico (grasso) che della fibrosi che può evolvere in cirrosi"

I risvegli notturni sono il disturbo più diffuso: ne soffre oltre 1 intervistato su 3

I fattori ambientali generano obesità e alterazioni del metabolismo

Le evidenze del 1° Rapporto Censis-Grünenthal tracciano un percorso per un salto operativo e culturale. Vivere senza dolore è un obiettivo socialmente desiderabile e urgente

Ultime News

Si tratta di malattie rare, con una prevalenza di meno di 5 persone ogni 100.000 nel mondo

Ciancaleoni: “L’informazione non deve fermarsi di fronte a temi complessi, come i trial clinici e le tappe di sviluppo dei farmaci, ma mettere in circolo notizie di qualità”

In Italia 5 mln di pazienti. Gemmato, migliori cure e risparmi. Locatelli, curare la persona e non solo la malattia

Società scientifiche, associazioni pazienti, aziende, società civile e Istituzioni al lavoro per arginare l’emergenza diabete