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Cataldo (Takeda): il vantaggio dei canali digitali

Aziende Redazione DottNet | 17/04/2020 17:09

"Il poter disporre di diversificati mezzi di interazione digitale sarà un indubbio vantaggio sia per la relazione azienda-medico che per quella medico-paziente"

Dall'ottobre 2016 Rita Cataldo è General Manager di Takeda Italia. In questi quattro anni ha accompagnato l’azienda sin dall’inizio del suo percorso di trasformazione con una sempre maggiore focalizzazione verso le cure specialistiche. Rita Cataldo ha una lunga storia professionale nel settore farmaceutico: dopo la laurea in chimica industriale presso l'Università La Sapienza di Roma, inizia la sua carriera in Janssen-Cilag per proseguire poi in aziende come Dupont Merck, Schering-Plough, Novartis e BMS, con incarichi di manageriali sia in Italia sia all'estero, dal Regno Unito alla Svizzera e Germania. Prima di Takeda è stata general manager in Gilead Italia.  Tra le iniziative varate in queste ultime settimane si segnalano donazioni da parte dell'azienda e dei dipendenti a favore di ospedali e associazioni impegnate in prima linea per fronteggiare l’epidemia, continuità dei servizi di supporto ai pazienti con malattie rare, prossima attivazione del servizio di consegna a domicilio del trattamento per i pazienti affetti da mieloma multiplo, informazione scientifica e formazione a distanza per i medici, home working e servizi di supporto per i propri dipendenti.

Marketing e contenuti innovativi per medici: quali saranno secondo lei le principali novità nei prossimi mesi?

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Il repentino cambio di scenario sarà anche l’occasione per riorganizzare la multicanalità della comunicazione medico-scientifica. Naturalmente, acquisteranno notevolmente peso i canali digitali che permettono ai medici di usufruire dei contenuti nei momenti a loro più congeniali e anche nei più utili. Il poter disporre di diversificati mezzi di interazione digitale sarà un indubbio vantaggio sia per la relazione azienda-medico che per quella medico-paziente. Si aprono, quindi, nuovi scenari dove la telemedicina ricoprirà uno spazio chiave nel limitare gli accessi alle strutture ospedaliere da parte delle popolazioni di pazienti cronici, e dove l’educazione continua in medicina verrà organizzata ed erogata in maniera sempre più personalizzata grazie a piattaforme capaci di  erogare webinar e corsi online. In questo contesto, l’utilizzo di tool di intelligenza artificiale diverrà abilitante per governare in maniera sempre più efficace questi sistemi e, grazie all’utilizzo dei big data, consentirà notevoli risparmi per il settore salute. In questo nuovo scenario il ruolo delle aziende farmaceutiche diventerà sempre più decisivo e affiancherà tutti gli stakeholder, grazie all’innovazione che esse porteranno nel sistema, nell’affrontare le numerose sfide future a cui saremo esposti e alle quali non dovremo farci trovare impreparati.

Come immagina il futuro dei congressi e convegni medici e scientifici?

Probabilmente nella fase post emergenza, molte attività si faranno in remoto (FAD, webinars, etc..). Finché ci saranno restrizioni di viaggi, distanziamento sociale, sarà difficile immaginare di tornare al modello precedente.

Lo smart working ha influenzato profondamente l'attività e ha creato una nuova normalità, o si tornerà a lavorare come prima?

Takeda aveva già pianificato l’avvio dello smart working e l’arrivo del COVID-19 ha accelerato la sua introduzione. Nella fase 2 immaginiamo che il numero di giorni settimanali sarà ancora alto, successivamente (fase 3) ipotizziamo di potere tornare gradualmente ai 2 gg settimanali inizialmente previsti. Sempre però mantenendo tutti i presidi di sicurezza.

L'informatore scientifico del farmaco avrà sempre più difficoltà a girare per studi medici e strutture ospedaliere, ritiene che questo problema sia temporaneo o sia di medio termine?

Finché non saremo nella fase 3, dovremo pensare che si dovranno adottare dei presidi di sicurezza. In questo momento, ci stiamo consultando con Farmindustria per stilare una serie di proposte condivise, visto che il problema coinvolgerà per tutto il settore.

Tra le vostre iniziative varate in queste settimane c'è anche l'informazione a distanza. Secondo lei, cambierà il lavoro dell’informatore? Potrebbe addirittura sparire?

Il ruolo dell’informatore rimarrà fondamentale per un’azienda farmaceutica. Lo abbiamo visto anche in questi 2 mesi, dove anche da remoto l’interazione è stata necessaria. La funzione dovrà sviluppare ulteriori competenze (es. la comunicazione digitale) per integrare la propria attività di visite alla classe medica.

L'impatto del digitale richiede un riorganizzazione del marketing e della produzione di contenuti, che azioni sta mettendo in atto la sua azienda?

Takeda ha avviato già oltre 3 anni fa un piano di accelerazione digitale che prevedeva anche lo sviluppo di queste competenze nelle varie funzioni aziendali. Ecco perché non eravamo impreparati nell’affrontare la 1° fase. Stiamo comunque imparando molto da questa esperienza che ci consentirà di affinare la nostra strategia digital.

La nostra generazione sta vivendo una crisi sanitaria senza precedenti. L’industria farmaceutica come ne uscirà e quali saranno gli scenari economici a breve e medio termine?

L’impatto del COVID-19 sulla salute globale, sull’economia in generale e sulle differenti risposte date dai sistemi sanitari nazionali e dal tessuto produttivo in termini di strumenti di contenimento, impone un’attenta riflessione ed un dialogo costruttivo che dovrà coinvolgere sia il settore privato che quello pubblico. La capacità di adattamento e reazione di tutti i soggetti coinvolti, non solo del settore privato, in sinergia con le esigenze di tutela globali, sarà quindi la chiave di lettura per tentare di analizzare quali soluzioni saranno più utili ad affrontare  i vari problemi, in primis quello della salute, in un’ottica di sostenibilità futura. Ipotizzare scenari futuri, allo stato attuale, non è esercizio semplice dal momento che non è possibile separare l’industria farmaceutica dal resto del sistema Paese e dall’intero tessuto economico così gravemente impattato dall’emergenza del COVID-19. Sono sicura, però, che l’industria farmaceutica continuerà a fare la sua parte, di concerto con le Istituzioni Pubbliche, così come attualmente sta facendo.

La filiera distributiva sinora ha retto efficacemente, che impatto prevede nella gestione diretta della farmacia?

In questo periodo di emergenza dovuta al COVID-19, Takeda ha continuato a garantire l’usuale offerta ai clienti Farmacisti, ciò è stato possibile grazie ad un modello che era già configurato da tempo per la gestione remota. Da ormai 2 anni, infatti, l’Azienda comunica con i farmacisti tramite un supporto di canale telefonico/e-mail. Nell’immediato futuro, prevediamo di potenziare ulteriormente il modello, facendo leva sull’esperienza maturata in azienda relativamente agli approcci multicanale di ultima generazione.

 Silvio Campione

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