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Coronavirus: presentato un trial con terapie cellulari

Infettivologia Redazione DottNet | 04/06/2020 18:28

Progetto all'esame dell'Aifa. Alleate le Cell Factory italiane

E' pronto ed è stato presentato all'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) il progetto di una terapia anti Covid-19 basata sulle cellule staminali che danno origine ai tessuti di ossa, pelle e cartilagine (mesenchimali). Lo ha detto Massimo Dominici, direttore della struttura complessa di Oncologia dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Modena, durante l'audizione in Commissione Affari sociali della Camera. "Abbiamo messo a punto, insieme a diversi centri italiani, una sperimentazione per somministrare cellule mesenchimali a pazienti Covid", ha detto Dominici. Si tratta di "uno studio mai avvenuto prima al mondo" ed è inoltre "la prima volta assoluta che in Italia strutture Cell Factory provenienti da centri diversi si mettono insieme per un'alleanza volta alla cura della patologia Covid". Il progetto, ha aggiunto, è "in attesa di valutazione da parte dell'Aifa" Le cellule staminali mesenchimali presenti in molti tessuti, dai muscoli alle ossa, ha spiegato Dominici, "vengono isolate con tecnologie relativamente semplici, amplificate in laboratorio e, grazie alla loro plasticità, diventano in grado di produrre diversi tipi di effetti: anticoagulanti, antimicrobici, antitumorali" e in generale "sono in grado di ristabilire un ambiente da patologico a fisiologico".

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Del progetto di studio multicentrico e randomizzato, che è "ora in attesa di parere dell'Aifa", oltre all'Università di Modena, fanno parte i centri di terapie cellulari di Milano, Monza, il Mario Negri e l'Università di Firenze. I pazienti Covid, ha spiegato Dominici, "verranno selezionati in base all'eleggibilità e divisi casualmente in due gruppi: alcuni riceveranno mesenchimali e altri lo standard di cura. Verranno fatte valutazioni periodiche per valutare sicurezza, la fattibilità e l'efficacia del trattamento". In Italia, ha aggiunto, rispetto alla ricerca su terapie cellulari, abbiamo "difficoltà nel fare sistema e nel trasferirne i risultati all'interno del Sistema Sanitario Nazionale", ha aggiunto. "Crediamo - ha concluso Dominici - sia un obiettivo strategico del Paese creare una rete di Cell Factory italiana come questa", così come "sensibilizzare sulle possibilità terapeutiche di questo tipo di ricerca, che è molto più vicina all'utilizzo clinico di quanto non si possa immaginare".

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