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I medici comunicano con i pazienti attraverso sms e whatsapp

Medicina Generale Redazione DottNet | 08/06/2020 17:03

Emerge da un'indagine condotta dall’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con il Centro Studi della FIMMG

L’emergenza Covid ha impattato fortemente sulle attività e operatività dei Medici di Medicina Generale. Se è vero che il flusso nelle sale di attesa degli studi, almeno in corso di lockdown, si è marcatamente ridotto, si sono determinate modalità di comunicazioni alternative tra pazienti e medici su tutti i canali disponibili. La giornata del medico è scandita da centinaia di telefonate, SMS, sollecitazioni su WhatsApp, email, dove vengono raccontate storie cliniche e richiesti consigli e prestazioni. Il 97% dei medici riferisce che l’attività su cui si è verificato l’impatto maggiore è stata appunto il consulto telefonico; l’84% indica che un impatto molto elevato c’è stato nell’uso di “multicanali” per la comunicazione con i propri assistiti.

È quanto emerge da un'indagine condotta dall’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con il Centro Studi della FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale). Pur confermandosi consolidato, anche prima dell’emergenza, l’utilizzo di nuove modalità di contatto con i pazienti (Email, SMS, WhatsApp), il sondaggio, realizzato su un campione rappresentativo di 740 MMG, rileva la necessità di piattaforme di collaboration come Zoom, Teams, Skype, ecc. (utilizzate prima dell’emergenza dal 4% e con interesse ad utilizzarle in futuro per il 38%) e di piattaforme di comunicazioni dedicate (interessato ad utilizzarle in futuro il 65% del campione).

IL 95% dei medici di medicina generale vede nelle risorse della telemedicina la risposta per gestire, negli scenari post-covid, la salute e le cronicita’. Le soluzioni di telemedicina, il cui utilizzo appariva già in aumento prima dell’emergenza Covid, sono giudicate di grande interesse per la professione: l’88% dei medici è interessato ad utilizzare il teleconsulto con gli specialisti, il 60% la tele-cooperazione (MMG-Specialista-paziente), il 74% le risorse destinate alla tele-salute, il 72% quelle per la tele-assistenza.

Il 51% dei MMG del campione ha dichiarato, inoltre, di aver svolto lavoro da remoto durante l’emergenza, accedendo al sistema informatico di gestione dei dati clinico-assistenziali dei pazienti lontano dal proprio studio. Relativamente a questa modalità di lavoro, i medici ritengono che l’esperienza sia stata molto positiva rispetto alla condivisione delle informazioni (il 63% dei medici fornisce una valutazione buona o ottima) e alla capacità di rispondere a richieste urgenti (63%), mentre hanno riscontrato qualche criticità nella conciliazione tra vita privata e lavorativa (il 38% ha fornito una valutazione pessima o scarsa di questo aspetto).

Gli strumenti digitali di cui i medici di famiglia hanno sentito particolare bisogno durante questa fase di emergenza sono stati lo smartphone per comunicare con i pazienti e con altri medici (il 72% dei medici ha dato una valutazione dal 7 al 10), il PC portatile (61%), ma anche i servizi per accedere alle applicazioni e ai documenti da remoto attraverso VPN (60%). È proprio questo uno degli ambiti su cui i medici vorrebbero investire (74%). In futuro, anche a seguito delle esigenze emerse durante l’emergenza, vorrebbero anche introdurre strumenti per la condivisione e archiviazione dei documenti (78%) e strumenti per call-conference (62%).

La grande maggioranza degli stessi medici ritiene che l’esperienza di gestione delle proprie attività lavorative durante l’emergenza potrà risultare preziosa una volta tornati alla normalità: il 78% attribuisce un punteggio da 7 a 10 a questo aspetto.

“Dalla complessità e dalle difficoltà vissute in questo periodo possono nascere delle opportunità e possono essere conseguiti dei risultati” dice Paolo Misericordia, responsabile del Centro Studi della FIMMG. “Abbiamo recepito chiaramente come si sia verificato il repentino adeguamento della professione a modalità di comunicazione con i propri assistiti evolute ed alternative; e come ancora una volta si stia manifestando la disponibilità ad adottare la tecnologia che permetta di gestire al meglio la salute e le cronicità alla luce delle nuove esigenze. La stessa professione autonomamente, attraverso i suoi livelli associativi, si sta adoperando per rendere disponibili le piattaforme multifunzione necessarie”.

“L’emergenza sanitaria ha segnato una transizione importante nell’opinione dei medici rispetto agli strumenti digitali di comunicazione con il paziente, soprattutto verso quelli più innovativi come le piattaforme di collaboration e quelle dedicate – afferma Chiara Sgarbossa, Direttore dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità -. Affinché si possano diffondere in futuro sarà molto importante che sia il medico stesso a proporre questo tipo di piattaforme ai propri pazienti, in aggiunta ai canali fisici e tradizionali”.

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