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Bioetica: intelligenza artificiale aiuto per il medico

Professione Redazione DottNet | 11/06/2020 18:19

La decisione è solo umana. Comitato nazionale, è un'opportunità per le applicazioni nella pandemia

 "L'intelligenza artificiale va considerata esclusivamente come un aiuto nelle decisioni del medico, che rimangono controllate e supervisionate dall'uomo.  Resta compito del professionista prendere la decisione finale, la macchina fornisce solo ed esclusivamente un supporto di raccolta e analisi dei dati, di natura consultiva". Lo scrive il Comitato nazionale di Bioetica (Cnb) nel parere su "Intelligenza artificiale e medicina: aspetti etici e opportunità", elaborato come risposta ad un quesito del presidente del Consiglio Giuseppe Conte in settembre.

"L'automazione - si legge nel documento del Cnb - nell'acquisizione e interpretazione dei dati, nell'elaborazione delle diagnosi e nell'individuazione delle terapie o nella stessa effettuazione degli interventi non può essere completamente indipendente dall'uomo, ma richiede una costante verifica, pertanto non esclude la specificità della relazione tra medico e paziente. Non è possibile dimenticare che ogni soggetto è malato 'a suo modo' e che il contatto personale costituisce l'elemento essenziale di ogni diagnosi e di ogni terapia".

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In questo senso, secondo il Comitato, "la macchina non potrà sostituire l'umano in una relazione che si costruisce sull'incontro".  Il documento sottolinea le opportunità e i rischi della Ia e le principali applicazioni anche nell'ambito della pandemia Covid-19: "Molteplici gli usi fatti dell'Ia: osservazione e predizione dell'evoluzione degli andamenti della pandemia; finalità diagnostiche della patologia; ricerca di un vaccino o di una cura; assistenza al personale sanitario e ai pazienti, fornendo farmaci e cibo e misurando i segni vitali; disinfezione e decontaminazione; condivisione della conoscenza e rilevazione della disinformazione; controllo e tracciabilità dei comportamenti della popolazione" Particolare attenzione viene riservata nel parer al rispetto dell'informazione e del consenso dei pazienti e della privacy, così come alla necessità di una formazione adeguata dei professionisti della salute.

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