Canali Minisiti ECM

Sclerosi sistemica: studio rivela l'importanza del lavoro a casa

Neurologia Redazione DottNet | 13/07/2020 18:34

Per i ricercatori dell'Università di Verona è importante l'esercizio fisico

La sclerosi sistemica è una malattia autoimmune che colpisce non solo la cute, ma anche molti altri organi e apparati, come quello respiratorio e cardiocircolatorio. La condizione patologica è caratterizzata dall'aumento del tessuto connettivo nell'organismo, che conduce a una progressiva disabilità e a un conseguente peggioramento generale della qualità della vita. Uno studio condotto dall'Università di Verona pubblicato sulla rivista scientifica "Scandinavian Journal of Medicine & Science in Sports" vede nell'esercizio fisico eseguito al domicilio del paziente un utile trattamento aggiuntivo da associare alla terapia farmacologica. La ricerca è nata dalla collaborazione tra l'unità di Medicina respiratoria e dello sport, diretta da Marcello Ferrari, e l'unità operativa complessa di Neuroriabilitazione coordinata da Nicola Smania, docente di Medicina fisica e riabilitativa in ateneo.

pubblicità

"L'indagine si è sviluppata come studio controllato a gruppi paralleli a partire da un campione di 44 pazienti affetti da sclerosi sistemica - ha spiegato Marcello Ferrari -I pazienti definiti "di controllo" sono stati monitorati ricevendo solo raccomandazioni generiche riguardo a un corretto stile di vita.  I soggetti randomizzati al gruppo d'intervento sono stati invece invitati a partecipare a un programma di esercizio fisico individualizzato per l'allenamento degli arti superiori e inferiori, da svolgersi a domicilio nell'arco di sei mesi". "Terminati questi programmi - ha concluso - i soggetti coinvolti sono stati sottoposti a svariati test, tra i quali il test dei sei minuti di cammino. I dati raccolti hanno rilevato un ignificativo miglioramento della performance fisica e di resistenza, certificato da un aumento della distanza percorsa e della forza".

Commenti

I Correlati

È quanto emerge da uno studio appena pubblicato su Nature Communications

Lo indica una ricerca della Monash University di Melbourne, pubblicata su Preventive Medicine Report

Alessandro Padovani: “Per l’Alzheimer si riduce l’incidenza e aumenta la prevalenza. Gli ottantenni di oggi sono meno colpiti, ma l’invecchiamento della popolazione porta in assoluto a un incremento di pazienti”

La variante protettiva identificata dallo studio si trova in un gene che produce fibronectina

Ti potrebbero interessare

È quanto emerge da uno studio appena pubblicato su Nature Communications

Lo indica una ricerca della Monash University di Melbourne, pubblicata su Preventive Medicine Report

Alessandro Padovani: “Per l’Alzheimer si riduce l’incidenza e aumenta la prevalenza. Gli ottantenni di oggi sono meno colpiti, ma l’invecchiamento della popolazione porta in assoluto a un incremento di pazienti”

La variante protettiva identificata dallo studio si trova in un gene che produce fibronectina

Ultime News

Di Silverio: "Questa riforma rappresenta a nostro avviso un tentativo di ulteriore parcellizzazione basata sulla spesa storica nella logica del povero sempre più povero e ricco sempre più ricco"

Il punteggio medio (in una scala da 0 a 10) per i medici è passato da 7,3 nel 2021 a 6,9 nel 2023 e, analogamente, per il personale sanitario non medico da 7,2 a 6,8

Chiusi il 9% in 10 anni. Fra il 2019 e il 2022, 11.000 clinici hanno scelto di lasciare le strutture pubbliche e l’esodo continua inesorabilmente

Pembrolizumab riduce la mortalità del 38% rispetto al placebo