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Farmacie prive di antinfluenzale: servono 1,5 mln dosi

Farmacia Redazione DottNet | 01/09/2020 18:34

Nel 2019 furono 900 mila le dosi che sono state vendute in farmacia a chi «volontariamente» voleva vaccinarsi

Saranno 18 milioni le dosi del vaccino antinfluenzale che quest'anno andranno al Servizio sanitario nazionale, 6 milioni in piu' rispetto allo scorso anno, ma i farmacisti rischiano di restare senza approvvigionamenti. E secondo una loro stima ne servirebbero un milione e mezzo da distribuire attraverso i loro canali. Lo spiega Andrea Mandelli, presidente di Fofi, la Federazione degli ordini dei farmacisti italiani, per la campagna vaccinale di quest'anno. Lo scorso anno erano 12 milioni le dosi ordinate dal servizio pubblico e questo aumento di 6 milioni di dosi richieste ha portato le aziende farmaceutiche a dare priorità proprio alla domanda pubblica.  

Dal ministero della Salute hanno assicurato come in "tempi brevi" sarà individuata una soluzione alla questione della disponibilità dei vaccini antinfluenzali nelle farmacie per evitare che restino sguarnite a causa della maggiore richiesta di dosi da parte del Servizio sanitario nazionale. A dirlo, in una nota, sono Fofi (la Federazione degli ordini dei farmacisti italiani), Federfarma e Assofarm, che hanno incontrato i rappresentanti del ministero della Salute proprio per discutere della questione. "I rappresentanti del Ministero - spiegano le tre organizzazioni - hanno preso atto di queste osservazioni e dei dati presentati a supporto della necessità di impedire che le farmacie restino sguarnite, impegnandosi a trovare in tempi brevi una soluzione che verrà condivisa con le Organizzazioni di farmacisti in un incontro che si terrà la prossima settimana". "Fofi, Federfarma e Assofarm hanno rappresentato la pericolosità di una situazione che, lasciando sprovvisto dei vaccini il canale delle farmacie - aggiungono - renderebbe oltremodo difficile il ricorso alla vaccinazione da parte delle persone che non rientrano nelle categorie a rischio"

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Nel 2019 furono invece 900 mila le dosi che sono state vendute in farmacia a chi «volontariamente», pur non rientrando nelle categorie a rischio, voleva vaccinarsi.  Ad ora proprio le farmacie sono 'scoperte' dalla fornitura proprio a causa della maggiore domanda del servizio statale.   Secondo , implementata per fare in modo di evitare che le influenze stagionali possano generare 'confusione' con il contagio da Covid-19, sarebbe necessario quasi un raddoppiamento del numero di vaccini in farmacia. «Una mia stima, che credo sia basata sul buonsenso, dovrebbe prevedere almeno 1,5 milioni di dosi vaccinali in farmacia - spiega Mandelli, che proprio oggi ha incontrato l'ufficio di gabinetto del ministro della Salute Speranza per discutere sul tema - La Federazione degli ordini già dalla metà di luglio aveva cominciato a percepire, delle case farmaceutiche, la grave difficoltà nel dare un vaccino antinfluenzale in un anno così particolare. Il tema da affrontare con grande pragmatismo è di capire come il ministero possa rifornire le farmacie per permettere di vaccinarsi a chi vuol farlo volontariamente». Mandelli propone di «riammodernare» quanto previsto da regio decreto del 1934 che «impedisce il cumulo di professione» per fare in modo che il vaccino antinfluenzale possa essere inoculato direttamente in farmacia.

«Siamo in un momento di guerra - aggiunge - bisogna cercare di mettere il cittadino nelle condizioni più facili possibili. Così evitiamo assembramenti negli ambulatori».  La circolare del ministero della Salute sulla prevenzione e il controllo dell'influenza, emessa a giugno di quest'anno, raccomanda la vaccinazione, gratuita, ad alcune particolari categorie di persone. Tra queste, le persone con più di 60 anni (la raccomandazione precedente era a 65), le donne in gravidanza, chi soffre di malattie croniche dell'apparato respiratorio (tra cui asma grave e Bpco), quelle dell'apparato cardio-circolatorio (comprese le cardiopatie congenite e acquisite) chi soffre di diabete mellito e altre malattie metaboliche, chi ha una insufficienza renale o surrenale cronica, i pazienti oncologici, chi ha malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali, chi ha epatopatie croniche, chi è ricoverato in strutture per lungodegenti.   Tra le categorie professionali ci sono i medici, le forze di polizia, i vigili del fuoco, gli allevatori, i veterinari. Tra i volontari, invece, sono inseriti i donatori di sangue.

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