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Dai batteri dell'intestino una cura per le malattie metaboliche

Diabetologia Redazione DottNet | 29/09/2020 13:50

Comprendere i meccanismi attraverso i quali il microbioma influenza l'equilibrio metabolico potrebbe avere importanti ricadute su prevenzione, diagnosi e trattamento delle patologie legate all'insulino-resistenza

Il microbioma dell'intestino è in grado di influenzare il metabolismo. L'attività di molti organi è infatti influenzata da sostanze prodotte dai batteri e queste, in maniera diretta o indiretta, influenzano numerosi processi fisiologici e malattie. Tra loro, anche l'obesità e il diabete.  Quindi, la comprensione dei meccanismi attraverso i quali il microbioma influenza l'equilibrio metabolico potrebbe avere importanti ricadute su prevenzione, diagnosi e trattamento delle patologie legate all'insulino-resistenza. In uno studio condotto all'Università di Tor Vergata e presentato dai giovani soci Sid per il 56esimo congresso annuale dell'Easd (European Association for the study of diabetes) emerge proprio come un metabolita dell'intestino potrà essere in futuro una possibile terapia per le malattie metaboliche. "Dati preliminari del nostro laboratorio - commenta Mara Mavilio, del dipartimento di medicina dei sistemi dell'Università degli Studi di Roma Tor Vergata - ottenuti da uno studio su 42 soggetti, hanno rivelato una diversa espressione di cluster metagenomici, geni intestinali quali la Pck1 e metaboliti sistemici come Ipa nei soggetti obesi rispetto ai normopeso. Inoltre, studi condotti da altri gruppi di ricerca riportano la capacità di Ipa, un metabolita intestinale prodotto dai microbi, di modulare la risposta infiammatoria".

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Il microbiota intestinale, proprio con il rilascio di alcuni metaboliti come l'Ipa, sarebbe in grado di ridurre, spiega Mavilio, "lo stato pro-infiammatorio e le alterazioni glucidiche presenti in condizioni patologiche come l'obesità, proponendo così nuovi target terapeutici per la cura e la prevenzione delle malattie metaboliche". L'Ipa, dice Massimo Federici, ordinario di medicina interna a Tor Vergata, "ha potenzialità da esplorare sia come biomarcatore di rischio metabolico, sia come agente terapeutico". Per Francesco Purrello (nella foto), presidente della Sid, la Società italiana di diabetologia, ci sono "riflettori accesi da alcuni anni sull'importanza del microbiota e del microbioma intestinale nell'insorgenza e nella progressione del diabete". "Si tratta di un sistema complesso - aggiunge - che agisce anche sul sistema immunitario e sui meccanismi dell'infiammazione cronica, che sicuramente hanno profonde influenze sul metabolismo di zuccheri e lipidi. Da queste ricerche ci aspettiamo svolte importanti nel prossimo futuro".

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