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Dalla Spagna una variante di Covid-19: è 20A.EU1

Infettivologia Redazione DottNet | 29/10/2020 19:45

Le sequenze in questo cluster differiscono dalle sequenze originali in 6 o più posizioni, inclusa la mutazione A222V nella proteina spike e A220V nella nucleoproteina

Una variante del virus Sars-Cov-2 si sarebbe sviluppata a partire dall'inizio dell'estate 2020, molto probabilmente in Spagna, per poi diffondersi da quel momento in avanti in più Paesi europei. La variante, chiamata 20A.EU1, potrebbe aver avuto origine tra i lavoratori agricoli spagnoli, ed essere arrivata in gran parte del continente europeo, rappresentando in media circa il 40% dei casi dell’area, oltre l'80%, invece, nel Regno Unito. A sostenerlo è uno studio, attualmente pubblicato sulla rivista “medRxiv” che propone lavori scientifici di ricerca in preprint, ovvero in attesa che la loro pubblicazione diventi poi effettiva su una rivista scientifica. Il team internazionale di scienziati che ha prodotto la ricerca ha seguito il virus attraverso le sue mutazioni genetiche e ne ha descritto la decisa diffusione.

Come riporta anche un articolo del “Financial Times”, questo lavoro suggerisce che i viaggiatori di ritorno dalle vacanze in Spagna avrebbero svolto un ruolo chiave nella trasmissione del virus in tutta Europa, sollevando alcuni dubbi sul fatto che la seconda ondata di contagi che sta investendo il continente in questi giorni avrebbe potuto essere ridotta migliorando lo screening negli aeroporti. E, sebbene non ci siano prove che sia più pericolosa di altre, la diffusione di questa variante potrebbe adesso fornire indicazioni sulle politiche di viaggio adottate dai Paesi europei. "Dalla diffusione di 20A.EU1, sembra chiaro che le misure di prevenzione messe in atto, spesso non siano state sufficienti per fermare la trasmissione delle varianti del virus", ha commentato Emma Hodcroft, genetista presso l'Università di Basilea e coordinatrice dello studio.

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Nella sola Europa circolano attualmente centinaia di diverse varianti del nuovo coronavirus, caratterizzate da mutazioni nei loro genomi. Tuttavia, solo pochissime di queste si sono diffuse con successo e sono diventate prevalenti quanto la variante appena identificata, denominata 20A.EU1. Al di fuori della Spagna, la frequenza di questa variante è aumentata da valori molto bassi osservati prima del 15 luglio, fino al 40-70% registrato a settembre in Svizzera, Irlanda e Regno Unito. È diffusa anche in Norvegia, Lettonia, Paesi Bassi e Francia, mentre poco si può dire sugli altri paesi europei. Le sequenze in questo cluster differiscono dalle sequenze originali in 6 o più posizioni, inclusa la mutazione A222V nella proteina spike e A220V nella nucleoproteina. Nello studio, sottolineano i ricercatori dell'Università di Basilea, del Politecnico di Zurigo e del consorzio SeqCovid, in Spagna, "mostriamo che questa variante è stata esportata più volte dalla Spagna in altri paesi europei e che gran parte della diversità di questo cluster originato in Spagna si osserva ora in tutta Europa".

"È importante notare - sottolinea Emma Hodcroft - che attualmente non ci sono prove che la diffusione della nuova variante sia dovuta a una mutazione che aumenta la trasmissione o ha un impatto sull'esito clinico". I ricercatori ritengono, piuttosto, che l'espansione della variante sia stata facilitata dall'allentamento delle restrizioni di viaggio e dalle misure di allontanamento sociale in estate. Per quanto diffusa, tuttavia, "non è l'unica variante in circolazione nelle ultime settimane e mesi", mette in guardia il professor Richard Neher dell'Università di Basilea, uno dei principali ricercatori dello studio. "In effetti, - aggiunge - in alcuni paesi con aumenti significativi dei casi di Covid-19, come il Belgio e la Francia, sono prevalenti altre varianti".


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