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Ecco il futuro dell'ematologia

Ematologia Redazione DottNet | 12/11/2020 13:33

Avanzano l’immunoterapia e la terapia genica con CAR-T, scende il ricorso alla chemioterapia, aumentano le possibilità di cura delle malattie tumorali del sangue. Anche in tempi di COVID-19: la prima ondata non ha creato particolari problemi, ma ora

Avanzano l’immunoterapia e la terapia genica con CAR-T, scende il ricorso alla chemioterapia, aumentano le possibilità di cura delle malattie tumorali del sangue. Anche in tempi di COVID-19: la prima ondata non ha creato particolari problemi, ma ora si teme molto la situazione che si sta creando

È un messaggio positivo, nonostante il periodo difficile per la sanità, quello che emerge dalla Conferenza Nazionale “Il paziente con Neoplasie Ematologiche” tenutasi online il 9 e 10 novembre scorsi, alla presenza di centinaia di malati, familiari e volontari che hanno avuto modo di sentire dalla voce dei massimi esperti di tutta Italia il presente, ma soprattutto il futuro della sfida a malattie come le leucemie, i linfomi e il mieloma.  Soprattutto, gli esperti hanno sottolineato che proprio i pazienti possono aiutare, manifestando i loro bisogni e segnalando le proprie necessità anche nel corso degli studi clinici, lo sviluppo della scienza. L’interazione con il medico tramite specifici questionari di valutazione delle cure (Patient Reported Outcome) sta fornendo e offrirà sempre di più un ulteriore impulso alla terapia migliorando la qualità di vita, ma anche i risultati clinici e diminuito le ospedalizzazioni e le ricadute.

Il caso “Covid-19”

In tempo di Covid-19 i timori sono molti, in particolare per chi presenta una patologia di base a carico del sangue e comunque può avere problematiche immunologiche che possono condizionare la risposta all’infezione virale. L’ematologia italiana, nonostante il drammatico impatto causato dalla pandemia, ha retto complessivamente molto bene. I dati raccolti in questi mesi documentano che questi pazienti non hanno contratto la malattia più dei soggetti normali e neppure la gravità e la mortalità sono risultate diverse. Anche sul piano dell’assistenza si può dire che le cure, pur tra molte difficoltà, sono continuate e nessun malato è stato lasciato solo. Occorre comunque ricordare che in questo periodo di pandemia è necessario mantenersi ben saldi, informandosi e mantenendo stretti rapporti con l’equipe di cura. Insomma: occorre un solido rapporto tra medico e paziente, con la parola e il contatto che diventano vere e proprie armi terapeutiche.

Le Jam Session

In un continuo interscambio di informazioni, il convegno ha proposto una serie di “occasioni” di confronto tra specialisti e pazienti nel corso delle cinque “Jam Session”, dedicate a problematiche specifiche. Numerosi gli spunti emersi, che segnalano come l’ematologia si proponga sempre di più come disciplina innovativa grazie alle aumentate conoscenze in campo biologico e molecolare e alla possibilità di poter “attagliare”, come dal sarto, terapie su misura per ogni malato.

Nel campo dei linfomi i vari esperti hanno ricordato come stiano continuando l’avanzamento delle cure e conseguentemente anche il miglioramento della prognosi e della sopravvivenza, in alcuni casi veramente notevole, nei linfomi e nella leucemia linfatica cronica. Questo grazie soprattutto alle moderne terapie immunologiche, cui si affiancheranno sempre più in futuro i trattamenti CAR-T.

Beneficiano di questi progressi anche le malattie più complesse come i linfomi indolenti e i linfomi aggressivi e il futuro è sempre più chemio-free. Per le neoplasie mieloproliferative ci sono stati importanti progressi nella diagnosi e nella terapia, con definizioni sempre più precise e personalizzate in termini di stratificazione del rischio basati su modelli prognostici di terapia con numerosi farmaci appena entrati nell’uso clinico, e con altri che si stanno affacciando a testimonianza di un fermento sperimentale veramente notevole. Nella leucemia mieloide cronica continuano a crescere le opportunità di cura grazie a nuove molecole inibitrici della Tirosin-chinasi utilizzabili in seconda e terza linea. I pazienti che raggiungono una risposta molecolare profonda sono sempre di più e di conseguenza anche la sopravvivenza si dilata.

Oggi per il paziente con Leucemia Mieloide cronica si parla di sospensione della terapia e quindi di una restituzione a una vita del tutto normale. Nel settore del mieloma multiplo si sta assistendo a un grande fermento terapeutico, moltissimi nuovi e potenti farmaci sono già in uso e altri stanno per arrivare. Occorre sempre ricordare che questa patologia è caratterizzata da manifestazioni e gravità diverse, con la necessità di disegnare esattamente, caso per caso, le terapie.

Proprio sul fronte delle terapie, anche nella logica di un ottimale controllo delle manifestazioni legate alle cure, si sta infine disegnando un futuro ricco di prospettive anche in patologie complesse come le leucemie acute e le sindromi mielodisplastiche. L’importante, in conclusione, è ricordare l’importanza del benessere “a 360 gradi” del malato, che va oltre la patologia e la cura. In questo senso la raccomandazione è di associare alle terapie specifiche per la malattia, anche il counseling psicologico, in accordo con lo specialista che nei team più avanzati e di riferimento può proporre questa opportunità. È un supporto veramente utile per superare l’impatto negativo della malattia.

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