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Epatite C, via libera allo screening nazionale

Infettivologia Redazione DottNet | 17/12/2020 20:56

L'esame riguarderà i nati dal 1969 al 1989 e ha l'intento di rilevare le infezioni da virus dell'epatite C ancora non diagnosticate

 Via libera dalla Conferenza Stato-Regioni allo screening nazionale per l’epatite C. Dopo la legge 8/20 è arrivato il sì defintivo al decreto attuativo del Ministro della Salute Roberto Speranza. Lo screening riguarderà i nati dal 1969 al 1989 e ha l'intento di rilevare le infezioni da virus dell'epatite C ancora non diagnosticate, migliorare la possibilità di una diagnosi precoce, avviare i pazienti al trattamento onde evitare le complicanze di una malattia epatica avanzata e delle manifestazioni extraepatiche, nonché interrompere la circolazione del virus impendendo nuove infezioni. Il costo è di 71,5 mln e le somme sono state ripartite con un’altra intesa ad hoc.
 
Lo screening è rivolto a:  tutta la popolazione iscritta all'anagrafe sanitaria e nata dal 1969 al 1989, ai soggetti seguiti dai servizi pubblici per le Dipendenze (SerD), indipendentemente dalla coorte di nascita e dalla nazionalità, ai soggetti detenuti in carcere, indipendentemente dalla coorte di nascita e dalla nazionalità. Inoltre sarà compito di ogni regione sensibilizzare i destinatari con una chiamata attiva da parte dei medici di medicina generale e/o dei servizi di prevenzione del territorio.
 
Infine per sensibilizzare la popolazione interessata ogni occasione di acceso ad una struttura sanitaria, per ricovero ospedaliero, intervento in day hospital, analisi di controllo o altro, può essere motivo di sensibilizzazione ed eventualmente di effettuazione dello screening. Un soggetto, individuato come destinatario dello screening gratuito può recarsi presso un laboratorio pubblico o convenzionato ed effettuare l'esame.
 
Per la coorte di nascita dal 1969 e al 1989 (circa 17 mln di persone) lo screening avverrà, con chiamata attiva attraverso i Medici di Medicina Generale e/o il Servizio di prevenzione territoriale. Ogni occasione di incontro con una struttura sanitaria sarà, per la coorte indicata, un 'opportunità per effettuare lo screening per HCV.
 
Lo screening verrà effettuato: attraverso il test sierologico, con la ricerca di anticorpi anti HCV (HCV Ab) ed il reflex testing (se il test per HCV Ab risulta positivo, il laboratorio eseguirà immediatamente, sullo stesso campione, la ricerca dell'HCV RNA o dell'antigene HCV -HCV Ag) oppure attraverso un test capillare rapido e conferma successiva del HCV RNA nel caso di risultato positivo;  per i soggetti in carico ai SerD e la popolazione detenuta lo screening avverrà preferenzialmente attraverso test rapido, eseguibile su sangue intero con prelievo capillare, o con l'HCV Ab (POCT Point of Care Test) o direttamente con l' HCV RNA test rapido (POCT — Point of Care Test).

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La scelta della tipologia di esame avverrà sulla base della valutazione del contesto epidemiologico locale
 
L'esito dell'esame verrà restituito all'interessato previo colloquio con il personale sanitario che ha prescritto il test; durante il colloquio saranno fornite le informazioni necessarie per l'eventuale trattamento e per le misure di prevenzione, identificando le strutture di presa in carico.
In caso di HCV-RNA negativo non verrà effettuato ulteriore accertamento.
In caso di HCV-RNA positivo il paziente sarà indirizzato verso un centro specializzato per proseguire gli accertamenti diagnostici (stadiazione della patologia) ed iniziare immediatamente l'opportuna terapia preferendo, per la popolazione a rischio come i consumatori di sostanze, percorsi facilitati e rapidi.
 
Campagne informative
Per un'ampia adesione all'iniziativa le Regioni e Province Autonome, anche in collaborazione con Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità e Società scientifiche, nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, promuovono:
- campagne ed iniziative di informazione rivolte alla cittadinanza sull'importanza dello screening e della diagnosi precoce dell'epatite C, rimarcando “come una terapia precoce possa, grazie ai farmaci di ultima generazione, portare alla guarigione ed evitare l'insorgere di nuovi casi”. Si prevede che l'informativa deve precisare, “con un linguaggio semplice e facilmente comprensibile, lo scopo dello screening ed il percorso diagnostico e terapeutico che seguirà al test in caso di esito positivo”.
 
- specifiche iniziative di formazione per la diagnosi precoce e la cura dell'epatite C, anche attraverso modalità di formazione a distanza, per il personale sanitario coinvolto.
 
- specifiche iniziative, per la popolazione a rischio come i consumatori di sostanze, di misure di riduzione del danno come definite dal DPCM del 12.01.2017.
 

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