Il dato emerge da uno studio osservazionale condotto dalla Queen Mary University di Londra
Mangiare pesce durante l'infanzia, con acidi grassi omega-3 a catena lunga, potrebbe ridurre il rischio di sviluppare l'asma. E' questo quanto emerge da uno studio osservazionale condotto dalla Queen Mary University di Londra, in collaborazione con le Università di Bristol e Southampton e con il Karolinska Institutet. Lo studio, pubblicato sullo European Respiratory Journal, ha analizzato nel corso degli anni lo sviluppo dei bambini che nella dieta assumevano due acidi grassi omega-3, l'eicosapentaenoico e il docosaesaenoico, presenti nel pesce e che hanno proprietà anti-infiammatorie. Gli studiosi hanno notato come l'assunzione di omega-3 a catena lunga non era legato all'asma dei bambini. Tuttavia, il team ha esaminato più in dettaglio i bambini con un particolare trucco genetico. Più della metà dei picccoli, infatti, aveva una variante comune del gene della desaturasi degli acidi grassi (Fads) che è associata a livelli più bassi di acidi grassi omega-3 a catena lunga nel sangue. In questi bambini, un maggiore apporto alimentare di acidi grassi omega-3 a catena lunga era associato a un minor rischio di asma. "L'asma è la condizione cronica più comune nell'infanzia e attualmente non sappiamo come prevenirla - spiega Seif Shaheen della Queen Mary University di Londra - È possibile che una dieta povera possa aumentare il rischio di svilupparla, ma fino ad ora la maggior parte degli studi ha preso 'istantanee', misurando la dieta e l'asma in un breve periodo di tempo. Invece, noi abbiamo misurato la dieta e poi seguito i bambini per molti anni per vedere chi ha sviluppato l'asma e chi no".
fonte: European Respiratory Journal, ansa
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