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Come cambia la formazione tra digitale e eventi in presenza

Professione Redazione DottNet | 16/02/2021 17:59

La pandemia ha rivoluzionato il mondo degli Ecm ma anche l'approccio tra colleghi e nuove tecnologie. Convegno online di Ecm Quality e Merqurio

La pandemia ha rivoluzionato il mondo degli Ecm ma anche l'approccio tra colleghi e nuove tecnologie. Convegno online di Ecm Quality e Merqurio

La pandemia ha cambiato la formazione medica: dai corsi in presenza al digitale il passo è stato forzatamente breve e non per tutti è stata una passeggiata. Manca il contatto fisico, la battuta tra colleghi, lo scambio di opinioni. Certo, si risparmia tempo e magari anche denaro, ma adesso si è davanti ad una svolta: "Abbiamo diversi obiettivi – spiega Susanna Priore (nella foto), presidente di ECM Quality Network nel corso del convegno online sulla formazione che ha organizzato in collaborazione con Merqurio -, capire quali sono i cambiamenti da apportare e le necessità di cui non possiamo più a meno". "Dobbiamo valutare se è il caso di costruire un nuovo linguaggio di comunicazione – aggiunge Priore -, con un nuovo paradigma relazionale. La conoscenza della multicanalità non può prescindere da un arricchimento del nostro linguaggio".

Priore ha però una certezza: "Il digitale resterà. Occorre adesso pensare e progettare eventi che garantiscano il coinvolgimento degli addetti ai lavori con metodologie didattiche idonee". Per affrontare l’immediato futuro e soprattutto tastare il polso ai veri destinatari dei corsi Ecm, Merqurio ha avviato un sondaggio con medici, manager e provider. Rosanna Paoli, senior account dell’azienda, ha evidenziato che in linea di massima i medici sono favorevoli agli eventi registrati in differita da utilizzare nei week end e tra le 18 e le 20, al contrario di manager (dalle 18 alle 20 ma nei giorni feriali) e provider tra le 15 e le 20, anche loro lontano dal fine settimana. Interessante anche la preferenza sulla durata: i medici hanno di gran lunga gradito più micro eventi piuttosto che un singolo corso ma molto più lungo.

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Ma quali sono gli ingredienti per un evento digitale di successo? "Per i manager e i provider occorre trovare strumenti che agevolano la condivisione con i partecipanti – afferma Paoli -. Per i medici è importante rendere efficaci gli eventi digitali in luogo della condivisione". "Ma soprattutto – sottolinea Paoli – è rilevante poter accedere ai contenuti in differita e nelle fasi post evento". Tuttavia ai camici bianchi il digitale piace: analizzando la formazione erogata nel 2020, i medici sono per il 40% molto soddisfatti rispetto al percepito di provider e manager del pharma. E, a indorare ancora di più la pillola, il 40% dei medici ritiene che gran parte degli eventi potranno essere sostituiti in pieno dal digitale. In quest’ottica manager e provider sono convinti che col post pandemia si tornerà al vecchio sistema in presenza "purché con tutte le garanzie di sicurezza". Coinvolte dalle nuove modalità sono state in particolare le società scientifiche che si sono dovute necessariamente adattare al nuovo corso.

Franco Vimercati presidente Fism, fa notare, in particolare, il problema della mancanza fisica: "Era un modo valido per scambiarsi le corrette informazioni cosa che il digitale non consente. Parlare ad un Congresso è ben altra cosa, c’è un momento di confronto che è indispensabile, come tra l’altro dimostra la polemica sulla scuola". Ed è un problema anche per l’industria, precisa Fernanda Gellona, direttore generale di Confindustria dispositivi medici: "abbiamo avuto difficoltà nel presentare i nostri prodotti ai medici. Non poter fare dimostrazioni pratiche è stato un grave danno per noi e per gli specialisti, meno per i medici di famiglia". Nonostante ciò, per Gellona sarà difficile tornare indietro. Ci saranno ancora eventi in presenza ma saranno di meno e concentrati sul contatto diretto tra i dispositivi medici e i fruitori. Se cambia l’approccio con i canali formativi, sicuramente c’è stata anche una rivoluzione nella comunicazione: "I congressi servivano anche per migliorare le relazioni, per avviare nuove cordate scientifiche – dice Anna Maria Colao, presidente della Sie -. La pandemia ci ha costretti, invece, a stare nelle nostre sedi senza poterci confrontare". Ci sono venute incontro le nuove piattaforme web che utilizzano alcuni medici per diffondere notizie e soprattutto nozioni anche a chi non è del settore. "Online è giocoforza preferire incontri di breve durata. Dal vivo sarebbe senza dubbio diverso", conclude Colao.

Sergio Moscati ad di Concerto società provider, parla della sua esperienza dall’altra sponda, ovvero da organizzatore: "Abbiamo ovviamente dovuto cambiare il nostro modo di organizzare riprogrammando i corsi, rimodulando le risorse interne, facendo formazione, aggiornando hardware e software nonché le linee telefoniche". "ma la sfida più grande è stata trovare nuovi format di tipo televisivo, più accattivanti", aggiunge Moscati. Un concetto che trova concorde Federico Chinni ad di Ucb Pharma che parla di ritmo, slide di passaggio per ingaggiare una platea che altrimenti si distrarrebbe con facilità: "La presenza fisica non è sostituibile, ma alcune piattaforme offrono molte opportunità d’interazione più concreta" afferma Chinni. Che suggerisce di puntare sui contenuti registrati, magari da diffondere attraverso podcast così da facilitarne la fruizione in diversi contesti e momenti. Punta invece sull’empatia Luigi Pasquale presidente Sied, un elemento caratterizzante del rapporto tra formatore e discente, cosa che il mondo del digitale "non consente lasciando un vuoto". Infine Salvatore Ruggiero, Ceo Merqurio, accenna all’equilibrio "nuovo certo, ma instabile" tra i due mondi con le "le nuove tecnologie che non soppiantano quella precedente. Il vantaggio sta nella maggiore diffusione: un evento locale può essere messo in rete in tempo reale e arrivare dappertutto, mettendo in contatto colleghi internazionali".

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