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Cassazione, il consenso informato è un atto medico

Medlex Redazione DottNet | 28/03/2021 14:01

Anelli: "La carenza di informazione è responsabilità professionale, con dovere di risarcire un doppio danno: alla salute e all'autodeterminazione"

Il consenso informato è un "atto medico a garanzia dei diritti" e la "carenza di informazione è responsabilità professionale, con dovere di risarcire un doppio danno: alla salute e all'autodeterminazione". E' quanto rileva, rende noto il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) Filippo Anelli, la sentenza della Corte di Cassazione n. 8163/21, pubblicata il 23 marzo.

La sentenza, spiega Anelli, "ribadisce, una volta di più, che il consenso informato è fonte di responsabilità professionale per il sanitario che lo raccoglie. E che un'informazione non corretta, incompleta ed omissiva, e priva dei necessari fondamenti in termini di competenze, può generare due diversi tipi di danni: un danno alla salute e un danno da lesione del diritto all'autodeterminazione, distinto dal primo e con ricadute anche patrimoniali. È per questo che l'acquisizione del consenso informato viene, dalla Corte, considerato atto medico: perché suo fondamento sono le necessarie competenze in termini di anamnesi e valutazione dello stato di salute del paziente".

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La Suprema Corte, sottolinea, "nell'attribuire l'onere probatorio al paziente, rileva tuttavia il consolidato orientamento per cui il diritto all'autodeterminazione si configura come diritto autonomo e distinto rispetto al diritto alla salute. E ne individua il fondamento negli articoli 2, 13 e 32 della Costituzione. Inoltre, ribadisce che l'adeguata informazione al paziente rientra nella sfera della responsabilità professionale del medico".

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