Canali Minisiti ECM

Risposte immunitarie divergenti e autoreattive in pazienti Covid

Neurologia Redazione DottNet | 29/04/2021 17:18

ScRNA-seq delle cellule immunitarie ha mostrato un'attivazione divergente delle cellule T nel sistema nervoso centrale durante l'infezione

I pazienti COVID-19 sviluppano frequentemente sintomi neurologici, ma le basi biologiche di questi fenomeni sono sconosciute. Attraverso analisi di RNA-seq e citochine a cellula singola del liquido cerebrospinale e del sangue di pazienti COVID-19 con sintomi neurologici, troviamo l'attivazione delle cellule T specifiche del sistema nervoso centrale e le risposte delle cellule B. Tutti i casi di COVID-19 avevano anticorpi CSF anti-SARS-CoV-2 i cui epitopi bersaglio divergevano dagli anticorpi sierici. In un modello animale, troviamo che gli anticorpi intratecali SARS-CoV-2 si trovano solo durante l'infezione cerebrale e non sono provocati dall'infezione polmonare. Abbiamo prodotto anticorpi monoclonali derivati ​​da CSF da un paziente COVID-19 e abbiamo scoperto che questi mAb mirano ad antigeni sia antivirali che anti-neurali, incluso un mAb che ha reagito sia alla proteina spike che al tessuto neurale. Complessivamente, CSF IgG da 5/7 pazienti contiene reattività anti-neurale. Questa indagine immunitaria rivela la prova di una risposta immunitaria compartimentata nel sistema nervoso centrale dei pazienti COVID-19 e suggerisce un ruolo per l'autoimmunità nelle sequele neurologiche di COVID-19.

pubblicità

fonte: Cell report

Commenti

I Correlati

È quanto emerge da uno studio appena pubblicato su Nature Communications

Lo indica una ricerca della Monash University di Melbourne, pubblicata su Preventive Medicine Report

La sentenza: assolto militare che rifiutò di indossarla, Matteo Bassetti consulente

Alessandro Padovani: “Per l’Alzheimer si riduce l’incidenza e aumenta la prevalenza. Gli ottantenni di oggi sono meno colpiti, ma l’invecchiamento della popolazione porta in assoluto a un incremento di pazienti”

Ti potrebbero interessare

È quanto emerge da uno studio appena pubblicato su Nature Communications

Lo indica una ricerca della Monash University di Melbourne, pubblicata su Preventive Medicine Report

Alessandro Padovani: “Per l’Alzheimer si riduce l’incidenza e aumenta la prevalenza. Gli ottantenni di oggi sono meno colpiti, ma l’invecchiamento della popolazione porta in assoluto a un incremento di pazienti”

La variante protettiva identificata dallo studio si trova in un gene che produce fibronectina

Ultime News

Sin dal momento della diagnosi di neoplasia, la presa in carico nutrizionale rappresenta uno degli snodi cruciali del percorso di cura: più di un paziente su due (51%), alla prima visita oncologica, riporta infatti dei deficit nutrizionali e quasi un

"Nello specifico riteniamo che sia utile emettere solo il certificato che documenta l’inizio dell’infortunio, ritendo pertanto non necessario né appropriato il rilascio di altre certificazioni successive"

Di Silverio: "Questa riforma rappresenta a nostro avviso un tentativo di ulteriore parcellizzazione basata sulla spesa storica nella logica del povero sempre più povero e ricco sempre più ricco"

Il punteggio medio (in una scala da 0 a 10) per i medici è passato da 7,3 nel 2021 a 6,9 nel 2023 e, analogamente, per il personale sanitario non medico da 7,2 a 6,8