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Sclerosi multipla, il 65% dei pazienti senza cure a casa in pandemia

Neurologia Redazione DottNet | 31/05/2021 21:20

I dati emergono dal Barometro della Sclerosi multipla 2021 presentato alle Istituzioni nel corso dell'evento in diretta web #1000azionioltrelaSM, che ha visto a confronto clinici, pazienti e istituzioni

Il 65% delle persone con sclerosi multipla segnala di non aver ricevuto l'assistenza domiciliare necessaria durante la pandemia. Il 25% dei giovani pazienti hanno perso il lavoro. Il 42% non ha ricevuto servizi sanitari di cui ha avuto necessità. Sono alcuni delle difficoltà incontrate dai pazienti a causa della pandemia Covid, che emergono dal Barometro della Sclerosi multipla 2021 presentato alle Istituzioni lunedì scorso nel corso dell'evento in diretta web #1000azionioltrelaSM, che ha visto a confronto clinici, pazienti e istituzioni. "Molte le criticità - dichiara Paolo Bandiera, direttore Affari Generali e Relazioni Istituzionali - che abbiamo affrontato nel corso dell'anno della pandemia: la tutela dei lavoratori fragili, il mantenimento delle cure, l'accesso ai farmaci e alla riabilitazione, la priorità nella campagna della vaccinazione. Per farvi fronte, è stata potenziata l'assistenza sul territorio e il nostro Numero Verde ha gestito 6.500 chiamate solo nel periodo dell'emergenza Covid, che arrivano a 13.

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000 se si considera tutto il periodo della pandemia". A distanza di un anno dall'inizio dell'emergenza, i dati, in parti anticipati da ANSA nei giorni scorsi, mostrano come una persona su 4 con sclerosi multipla segnali strutture e servizi riabilitativi ancora inattivi e i servizi socio-assistenziali ripresi solo nel 40% dei casi. C'è poi l'aspetto psicologico da non sottovalutare. Il 27% delle persone con sclerosi multipla ha avuto bisogno di supporto, ma quasi metà non l'ha ricevuto. Per il 35% dei pazienti il Centro clinico è diventato comunque di più difficile accesso e il 18% delle persone nella fase iniziale ha incontrato difficoltà aggiuntive nel ricevere la terapia. "Dobbiamo lavorare ancora tanto - conclude Francesco Vacca, presidente nazionale di Aism - perché si possa uscire fuori da questa crisi e riprendere tutti i percorsi di cura, dall'accesso ai farmaci alla riabilitazione e soprattutto dobbiamo dare ai nostri giovani la possibilità di ritornare a lavorare".

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