Studio australiano apre la strada alla prevenzione e a nuove terapie
Ricercatori australiani hanno individuato una causa probabile del morbo di Alzheimer, aprendo la strada a nuove forme di prevenzione e di trattamento della più prevalente forma di demenza nel mondo. Lo studio dell'Università Curtin di Perth, guidato dal direttore del Curtin Health Innovation Research Institute, John Mamo, indica come causa probabile una dispersione, dal sangue nel cervello, di particelle grasse portatrici di proteine tossiche.
"Era già noto che la caratteristica distintiva dei pazienti di Alzheimer fosse l'accumulo progressivo nel cervello di depositi di proteine tossiche chiamate beta-amiloidi, ma non si sapeva da dove queste fossero originate, o come si depositassero nel cervello", scrive il professor Mamo su PLOS Biology.
"La nostra ricerca mostra che questi depositi di proteine tossiche molto probabilmente vengono diffuse nel cervello da particelle nel sangue portatrici di grasso, le lipoproteine. Questo percorso dal sangue al cervello è significativo, perché se si potranno controllare i livelli di lipoproteine amiloidi nel sangue e prevenire la loro dispersione, si apre la strada a nuovi potenziali trattamenti per prevenire il morbo di Alzheimer e la perdita di memoria".
Mentre sono necessari ulteriori studi, aggiunge Mamo, i risultati mostrano che l'accumulo di questi depositi di proteine tossiche nel sangue può essere prevenuto attraverso la dieta della persona e con farmaci che possano specificamente puntare alle lipoproteine amiloidi, riducendo il rischio o almeno rallentando il progredire della malattia.
Scoperta di Singapore, c'è un legame con le connessioni nervose
È quanto emerge da uno studio appena pubblicato su Nature Communications
Lo indica una ricerca della Monash University di Melbourne, pubblicata su Preventive Medicine Report
Alessandro Padovani: “Per l’Alzheimer si riduce l’incidenza e aumenta la prevalenza. Gli ottantenni di oggi sono meno colpiti, ma l’invecchiamento della popolazione porta in assoluto a un incremento di pazienti”
Scoperta di Singapore, c'è un legame con le connessioni nervose
È quanto emerge da uno studio appena pubblicato su Nature Communications
Lo indica una ricerca della Monash University di Melbourne, pubblicata su Preventive Medicine Report
Alessandro Padovani: “Per l’Alzheimer si riduce l’incidenza e aumenta la prevalenza. Gli ottantenni di oggi sono meno colpiti, ma l’invecchiamento della popolazione porta in assoluto a un incremento di pazienti”
Di Silverio (Anaao): "defiscalizzare parte dello stipendio come fatto per i privati per rendere più appetibile la professione del dipendente gravata oggi dal 43% di aliquota fiscale". Onotri (Smi): "Invertire il definanziamento pubblico alla sanità"
A Torino oltre 600 specialisti in anestesia e rianimazione al congresso nazionale dell'Area culturale emergenza Ace
Testa: "Molte le criticità relative alle case di comunità e ai Centri di Accoglienza Urgenze (CAU). Occorre una revisione delle strategie operative per garantire una presa in carico più efficace dei pazienti"
Obesità, diabete, malattie della tiroide, infertilità, osteoporosi. Problemi di salute molto diffusi che hanno un comune denominatore: le alterazioni ormonali
Commenti