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Iss, deceduti per Covid i vaccinati iperfragili e più anziani

Geriatria Redazione DottNet | 20/10/2021 13:55

Costa: "È ragionevole pensare che ci sarà un'estensione. Il compito del governo è farsi trovare pronto per la somministrazione e sotto questo aspetto garantiamo di esserlo"

I deceduti per Covid-19 con ciclo vaccinale completo sono 'iperfragili' con un'età media più alta sui non vaccinati (85,5 contro 78,3) e un numero medio di patologie significativamente più alto (5,0 contro 3,9 pre-esistenti). Lo afferma un approfondimento del report periodico Iss sui decessi pubblicato oggi e basato su 671 cartelle cliniche dall'1 febbraio al 5 ottobre 2021. Nel periodo considerato, sono 38.096 i decessi SarsCov2 positivi di cui 33.620 in coloro senza alcuna dose e 1.440 vaccinati con ciclo completo (3,7% di tutti i decessi Covid positivi avvenuti nel periodo)."Ridurre circolazione virus per proteggerli", dice l'Iss.

L'analisi delle caratteristiche dei deceduti per Covid, spiega l'Istituto superiore di sanità, "indica che la presenza di cardiopatie (cardiopatia ischemica, fibrillazione atriale e scompenso cardiaco), di demenza e di cancro si è dimostrata più alta nel campione di vaccinati". Dai risultati osservati, sottolinea Graziano Onder, direttore del dipartimento di Malattie cardiovascolari, endocrino-metaboliche e invecchiamento dell'Iss "è possibile ipotizzare che i pazienti molto anziani e con numerose patologie possono avere una ridotta risposta immunitaria e pertanto essere suscettibili all' infezione da Sars-CoV-2 e alle sue complicanze pur essendo stati vaccinati.

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Queste persone molto fragili e con una ridotta risposta immunitaria, sono quelle che possono maggiormente beneficiare di una ampia copertura vaccinale dell'intera popolazione in quanto ciò riduce ulteriormente il rischio di infezione. Ridurre la circolazione del virus è il miglior modo per proteggerli". Per quanto riguarda le caratteristiche demografiche dei deceduti il report descrive le caratteristiche di 130.468 pazienti deceduti e positivi a Sars-CoV-2 in Italia dall'inizio della sorveglianza al 5 ottobre 2021 riportati dalla Sorveglianza Integrata Covid-19 coordinata dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS). L'età media dei pazienti deceduti e positivi a Sars-CoV-2 è 80 anni (mediana 82, range 0-109).

Le donne decedute sono 56.792 (43,5%). Solo nella fascia di età maggiore di 90 anni il numero di decessi di sesso femminile è superiore a quelli di sesso maschile, dato da mettere in relazione al fatto che la popolazione in questa fascia è costituita per circa il 72% da donne. Complessivamente, le donne decedute dopo aver contratto infezione da Sars-CoV-2 hanno un'età più alta rispetto agli uomini (età mediane si 85 anni per le donne e 80 per gli uomini). Al 5 ottobre 2021 sono 1.601, dei 130.468 (1,2%), i pazienti deceduti Sars-CoV-2 positivi di età inferiore ai 50 anni. In particolare, 399 di questi avevano meno di 40 anni (245 uomini e 154 donne con età compresa tra 0 e 39 anni).

Siamo in una fase positiva per il controllo della circolazione, e l'obiettivo è convivere con questo virus. Per farlo al meglio dobbiamo aumentare la copertura vaccinale, soprattutto nelle fasce di popolazione più fragili e avanti negli anni, riducendo gli effetti gravi della malattia e il carico per i servizi sanitari". Lo ha detto il presidente dell'ISS, Silvio Brusaferro, a margine della presentazione dl volume sui numeri del cancro "per il Sars-Cov-2 l'immunità di gregge non si intende come azzeramento della circolazione". "È ragionevole pensare che tra la fine dell'anno e l'inizio del prossimo anno si proceda con l'allargamento della platea per coloro che dovranno ricevere la terza dose. La tempistica sulla quale si sta ragionando è questa", ha detto a Sky TG24 il sottosegretario alla Salute Andrea Costa.

"Per la scelta di fare la terza dose a tutti - ha proseguito Costa - siamo in un ambito in cui la politica deve prendere atto di quelle che saranno le indicazioni scientifiche, su questo credo sia opportuno dividere in maniera netta le competenze: la politica si deve assumere la responsabilità di declinare le scelte, ma lo deve fare sulla base di quello che la scienza ci dice. Oggi le indicazioni che abbiamo sono di procedere con la terza dose sui fragili e gli ultrasessantenni".

È "ragionevole pensare che ci sarà un'estensione. Il compito del governo è farsi trovare pronto per la somministrazione e sotto questo aspetto garantiamo di esserlo, sia per quanto riguarda la logistica sui territori che per la disponibilità di vaccini. Le indicazioni -ha affermato - ci dicono che è ragionevole pensare che si andrà verso la terza dose diffusa e lo faremo gradualmente. Mi pare che anche sulla terza dose ci sia una risposta positiva da parte dei cittadini, dobbiamo continuare affidandoci al loro senso di responsabilità, che è stato ampiamente dimostrato sia nel rispetto delle regole, sia nella disponibilità sulla vaccinazione. Ci hanno fatto raggiungere numeri straordinari che ci consentono di proseguire nel percorso di ritorno alla normalità".

"Credo che sia ragionevole guardare a fine anno come limite temporale in cui si può arrivare al 100% delle capienze che ancora non sono arrivate a questa percentuale. Nel nostro Paese abbiamo riaperto sostanzialmente tutto, abbiamo solo un limite sulle capienze in alcuni settori", ha aggiunto Costa. "C'è un dato positivo: c'è un aumento anche per le prime dosi, credo che arrivare al 90% dei vaccinabili sia obiettivo raggiungibile in poche settimane e sicuramente entro fine anno, è una percentuale che ci permetterebbe una gestione più semplice e al Paese di ritornare appieno alla normalità".

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