Il contributo di medici e farmacisti: chi ha il diabete rischia la perdita di denti e le gengive infiammate possono essere un indizio di diabete in soggetti a cui non è ancora stato diagnosticato
Chi soffre di diabete ha un rischio 2 o 3 volte maggiore di sviluppare una parodontite, ovvero una malattia infiammatoria cronica delle gengive, rispetto a un soggetto non diabetico. D'altro canto, i soggetti affetti di parodontite, circa 8 milioni in Italia, hanno il 20% in più di probabilità di sviluppare diabete rispetto a soggetti con gengive sane. A mettere in luce un link ben noto nella letteratura scientifica, ma molto meno nella popolazione e tra gli stessi medici, è la Società Italiana di Parodontologia e implantologia (SIdP), in occasione della giornata mondiale del Diabete, che si è celebrata il 14 novembre.
L'eccesso di zuccheri nel sangue e lo scarso controllo metabolico indotti dal diabete, spiega il Presidente Eletto della SIdP Nicola Marco Sforza, " sono associati a un maggior rischio di sviluppare parodontite e a una risposta peggiore alla terapia parodontale". Nella direzione opposta la parodontite aumenta il rischio di diabete, ma anche di forme di pre-diabete come la sindrome metabolica, costituendo di fatto una complicanza frequente nei soggetti con diabete, per l'immissione nel sangue di citochine pro infiammatorie, che inducono insulino-resistenza e il conseguente aumento della glicemia".
In sostanza chi ha diabete, ovvero circa 4 milioni in Italia, rischia la perdita di denti e le gengive infiammate possono essere un indizio di diabete in soggetti a cui non è ancora stato diagnosticato. Ma serve più informazione e formazione professionale per aiutare i pazienti a conoscere la problematica e indirizzare alle cure giuste. Il tema della cosiddetta parodontopatia diabetica è affrontato in un protocollo sottoscritto da SIdP, Società italiana di Diabetologia (Sid) e Associazione Medici Diabetologi (Amd) e, più di recente, è stato al centro di un Simposio che ha visto a confronto le tre società scientifiche. Alla tavola rotonda hanno preso parte anche esponenti della Società Italiana dei Medici di Medicina Generale (Simmg), della Commissione dell'Albo Odontoiatri della FnomCeo, di Federfarma (che riunisce i titolari di farmacia). "Dal confronto è emersa una comunità di intenti nel creare maggior consapevolezza del legame diabete e gengive - prosegue Sforza - e questo ha permesso di arrivare a un consensus che punta alla collaborazione tra diverse realtà cliniche e istituzionali.
Molto importante è il contributo che può arrivare da medici di famiglia e farmacisti, che possono effettuare uno screening iniziale e consigliare il paziente ad approfondire controlli parodontali in caso di diabete". La direzione su cui indirizzare gli sforzi è quindi, conclude l'esperto, "promuovere la comunicazione ai cittadini e migliorare la formazione dei medici e dei farmacisti attraverso corsi FAD, attività congressuali e periodici questionari di valutazione".
La revisione è iniziata nel luglio 2023, a seguito di segnalazioni di casi di pensieri suicidari e pensieri di autolesionismo da parte di persone che utilizzavano medicinali a base di liraglutide e semaglutide
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