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Politerapie: la gestione delle cure nel paziente anziano riduce gli accessi al Pronto Soccorso

Farmaci Redazione DottNet | 06/12/2021 17:04

In Europa 8,5 milioni di accessi in Pronto Soccorso sono dovuti a reazioni avverse da farmaci e la maggior parte riguarda i pazienti dai sessantacinque anni

Gestire la politerapia porta benefici non solo al paziente ma anche al sistema pubblico: “La gestione del paziente anziano in politerapia è una situazione clinica e sociale sempre più frequente, a causa dell’invecchiamento della popolazione. – sottolinea Alessandro Nobili, Direttore della Scuola e Capo Laboratorio Valutazione della Qualità delle Cure e dei Servizi per l'Anziano dell’Istituto Mario Negri – La probabilità di riospedalizzazione nei 3 mesi successivi dopo un episodio acuto è molto elevata, e l’attenzione all’appropriatezza prescrittiva e all’aderenza alla terapia deve essere affrontata in ogni setting di cura e con continuità, attraverso una valutazione sistematica della appropriatezza delle scelte terapeutiche e dei problemi farmacocorrelati al fine, ove possibile, di razionalizzare e semplificare la terapia”.

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Dati recenti mettono in evidenza che in Europa 8,5 milioni di accessi in Pronto Soccorso sono dovuti a reazioni avverse da farmaci e la maggior parte riguarda i pazienti dai sessantacinque anni in su che prendono cinque o più farmaci. Un approccio di revisione delle scelte terapeutiche permette di ridurre gli accessi al pronto soccorso del 50% di pazienti in politerapia. Non solo, il modello dell’approccio inter e muldisciplinare nella gestione della politerapia e dell’appropriatezza prescrittiva nel paziente anziano con polipatologia è quello che ha dato i migliori risultati in termini di qualità di vita, portando a una semplificazione delle terapie e, di conseguenza, a una loro migliore aderenza e a una significativa riduzione degli effetti collaterali. Queste le evidenze oggetto del percorso formativo della Winter School SIMI-SIFaCT sulla gestione del paziente anziano all’Istituto Mario Negri di Milano dal titolo - “Appropriatezza prescrittiva e gestione del paziente anziano: dall’accesso al Pronto Soccorso alla dimissione”. Il corso, utilizzando la metodologia della medicina di simulazione per formare i giovani medici internisti alla gestione del paziente anziano, è giunto alla sua sesta edizione e già da due edizioni annovera fra i discenti, oltre ai medici internisti in formazione specialistica, anche farmacisti specializzandi in farmacia ospedaliera. Le due società scientifiche, la Società Italiana di Medicina Interna (SIMI) e la Società Italiana di Farmacia Clinica e Terapia (SIFaCT) hanno infatti condiviso la necessità di far lavorare assieme queste due figure sanitarie già “dai banchi di scuola”.

Per SIMI, il cui presidente attuale è il professor Giorgio Sesti (nella foto), Ordinario di Medicina Interna presso SAPIENZA Università di Roma e Direttore dell'U.O. complessa di Medicina Interna presso l'Azienda ospedaliero-universitaria Sant'Andrea di Roma: “La scuola rappresenta ormai un appuntamento consolidato, per trasferire competenze e strumenti essenziali per una corretta valutazione e presa in carico ‘globale’ del paziente anziano con polipatologia e politerapia che accede ai reparti di medicina interna e dei suoi bisogni terapeutico-assistenziali, cercando di avviare e garantire una continuità di cura e assistenza tra ospedale e territorio”.

Per i farmacisti ospedalieri che devono assumere un approccio sempre più clinico, la scuola dà l’opportunità di creare le premesse perché i giovani medici e farmacisti possano interagire tra loro nella gestione di un caso clinico, ed evidenziare quindi i possibili ambiti di intervento delle due figure professionali all’interno di un reparto ospedaliero - sostiene Francesca Venturini, presidente SIFaCT -. La formazione in ambito clinico per i farmacisti ospedalieri è fondamentale e va perfezionata, soprattutto con iniziative che permettano di comprendere le reali esigenze del medico in termini di interazione interprofessionale”.

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