Messa: "L’aumento delle temperature sottopone i reni a uno sforzo maggiore per trattenere liquidi e sali minerali, che si perdono in maniera cospicua con la sudorazione”
Il caldo può favorire o peggiorare la malattia renale cronica e i calcoli renali in estate tendono a verificarsi con un’incidenza doppia rispetto alla norma. A mettere in guardia è la Società Italiana di Nefrologia (Sin), che in vista dell’estate lancia anche un allarme sulla carenza di programmi dialisi per i pazienti che si spostano in vacanza fuori dalla propria regione, costringendo di fatto oltre la metà dei pazienti dializzati “agli arresti domiciliari”. L’aumento delle temperature “sottopone i reni a uno sforzo maggiore per trattenere liquidi e sali minerali, che si perdono in maniera cospicua con la sudorazione”, osserva il presdiente della Sin, osserva Piergiorgio Messa. “Inoltre, la dilatazione dei vasi sanguigni indotta dal caldo – prosegue – può provocare una riduzione della pressione arteriosa, riducendo la quantità di sangue che arriva ai reni. Come conseguenza dell’aumentata sudorazione, inoltre, si producono urine più concentrate, favorendo l’aggregazione di sali minerali in cristalli che, crescendo, si trasformano in veri e propri calcoli.
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