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Al via la quarta dose di vaccino Covid per over 60: coinvolti medici di famiglia e farmacie

Infettivologia Redazione DottNet | 10/07/2022 18:22

Crisanti: d'obbligo per i sanitari. Magrini (Aifa): i nuovi vaccini dovevano essere approvati a fine luglio-inizio agosto, ma visto che in Usa hanno chiesto di aggiornarli a Omicron 5 si sono allungati i tempi

Le regioni si preparano alla riapertura degli hub per ripartire con la nuova fase della campagna vaccinale. Già con la settimana che si apre oggi, con il via libera atteso da parte dell'Ema e la successiva autorizzazione a stretto giro da parte di Aifa e del ministero della Salute, gli over60 italiani dovranno accedere alla quarta dose. In autunno le richieste di vaccinazioni, secondo le stime delle regioni, dovrebbero aumentare ancora con l'arrivo dei vaccini aggiornati e si valuta di riaprire le strutture chiuse nei mesi scorsi o di rafforzare l'operativita' dei centri che non si sono mai fermati. In questa direzione hanno gia' dichiarato di essere disposti a muoversi, alla luce dell'andamento delle richieste, la Campania, la Calabria, la Basilicata, il Piemonte, il Friuli e anche il Lazio. Ognuno con una ricetta differente a seconda dell'organizzazione locale. Il Lazio, ad esempio, ha fatto sapere di essere pronto a riaprire gli hub dopo ottobre nel caso di una nuova campagna di massa con i vaccini aggiornati. Per quanto riguarda la quarta dose per over 60 e over 80 il sistema farà riferimento ai medici di base, alle farmacie e ai centri vaccinali in alcuni ospedali: per ora infatti si viaggia sui 1500-2000 vaccini al giorno, una cifra di gran lunga inferiore alla punta massima di 70mila iniezioni al giorno quando i grandi hub come la Nuvola e Auditorium assorbivano buona parte della campagna.

"Penso che estendere la quarta dose di vaccino anti-Covid ad altre categorie di persone potenzialmente suscettibili possa essere la direzione giusta. E sono dell'idea che non bisogna aspettare il vaccino aggiornato, perché anche quello alla fine sarà basato su delle varianti che non ci saranno più o non ci sono già più. E' un aggiornamento parziale, alla fine. E io non aspetterei". Così all'Adnkronos Salute Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell'università di Padova.  "E' giusto ampliare la quarta dose. Ma per i sanitari l'obbligo" di sottoporsi al secondo booster "credo che sarebbe una misura demagogica - dice Crisanti - Il vaccino è una terapia e va fatta a chi ha bisogno. Un operatore che magari si è fatto 3 dosi, ha fatto anche l'infezione e magari ha dei titoli anticorpali molto elevati perché si deve fare la quarta dose se non la vuole fare?".

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L'esperto ribadisce l'importanza e l'utilità di allargare le categorie a cui si offre il secondo booster. Ma sposare "la linea della quarta dose obbligatoria" sarebbe "il risultato di pressappochismo scientifico. Parlando sempre dei sanitari, la quarta dose potrebbe essere obbligatoria per chi la deve fare, cioè per chi non ha una risposta immunitaria adeguata". Crisanti è drastico: "Chi parla in questo momento di bloccare la trasmissione" di Sars-CoV-2 "non capisce nulla né di virologia né di epidemiologia, non sa di che cosa parla". E spiega: "E' impossibile non far circolare il coronavirus Sars-CoV-2 oggi. Ed è sbagliato impedirlo. Perché un virus che ha un indice di trasmissione di 15 non si ferma con niente".

Per Nicola Magrini, direttore generale dell’Aifa, non ci sarà invece né obbligo vaccinale né Green Pass. «Chi vuole essere protetto dal virus in un momento di circolazione intensa deve avere l’opportunità di farlo. Offrire il vaccino dai 60 anni è una decisione di sanità pubblica giusta», esordisce a Repubblica in merito alla nuova ondata Covid. Il picco interessa relativamente, quel che conta è proteggersi. Quindi, chi ha almeno 60 anni o è immunodepresso può incrementare la protezione con un nuovo richiamo, se non ha avuto di recente il Covid. Non c’è nulla da temere per Magrini. In primis, l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) prevede almeno tre mesi tra due vaccinazioni, mentre in Italia si è optato per 4. Ma comunque non fanno male le somministrazioni ravvicinate: «Tre vaccinazioni in un anno sono ben tollerate. È meglio un vaccino in più di una malattia, soprattutto oltre i 60 anni. Non ci sono proprio dubbi». Per i contagiati l’infezione vale come dose vaccinale, quindi devono tenerne conto anche per il calcolo dei tempi. Nicola Magrini fa anche una importante ammissione in merito alla mancata decisione di offrire subito la quarta dose agli over 60: «Non mi vergogno di dire che non ci aspettavamo questa ondata. Credevamo che anche questa estate sarebbe trascorsa con una circolazione scarsa». A proposito dei nuovi vaccini, Nicola Magrini ha spiegato che dovevano essere approvati a fine luglio-inizio agosto, ma visto che in Usa hanno chiesto di aggiornarli a Omicron 5 si sono allungati i tempi. In ogni caso, le case farmaceutiche «riescono ad aggiornare i vaccini in 2-3 mesi, ma per il futuro la linea sarà quella di non preoccuparci troppo di inseguire l’ultima variante, limitandoci a un richiamo annuale». Nell’intervista a Repubblica il direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco ha confermato che i vaccini aggiornati dovrebbero proteggere solo in parte dai contagi. «Quel che misuriamo per il momento sono gli anticorpi neutralizzanti generati dopo la somministrazione. I dati di Moderna e BioNTech sono molto buoni: gli anticorpi sono più che doppi rispetto al vaccino attuale. Vedremo quanto questo si tradurrà in una protezione dalla malattia grave e dal contagio». Infine, capitolo farmaci. Magrini ammette: «In effetti ci aspettavamo un uso più diffuso di questi strumenti. Forse la familiarizzazione con dei medicinali nuovi non è stata completa». Nonostante ciò, l’Italia è trai i primi Paesi al mondo per quanto riguarda le somministrazioni di Paxlovid. Invece gli anticorpi monoclonali per uso preventivo «si sono diffusi poco. Eppure, nelle persone immunodepresse o con la leucemia che non hanno risposto al vaccino possono proteggere per oltre sei mesi». Le scorte non mancano, quindi si lavorerà per usarli al meglio.

Intanto sono 98.044 i nuovi contagi da Covid registrati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del Ministero della Salute. Nelle 24 ore precedenti i contagiati erano stati 100.690. Le vittime sono invece 93 in calo rispetto alle 105 del giorno prima. Sono stati eseguiti in tutto, tra antigenici e molecolari, 389.576 tamponi con il tasso di positività che si attesta al 25,1% in calo rispetto al 27% del giorno prima. Sono 344 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 17 in meno. Gli ingressi giornalieri sono 41. I ricoverati nei reparti ordinari sono 8.864, 232 in più.

Sale il tasso di incidenza e il tasso di ospedalizzazione in tutte le fasce d'età. A dirlo è il report esteso settimanale dell'Iss sul Covid che integra il monitoraggio del venerdi'. Nella fascia 30-39 anni si registra il più alto tasso di incidenza a 14 giorni, pari a 1.843 per 100.000, mentre nella fascia di età 0-9 anni si registra il valore più basso, 1.012 casi per 100.000 abitanti. L'età mediana alla diagnosi dei soggetti segnalati nelle ultime settimane è stabile e pari a 48 anni. Il dato nazionale dell'incidenza e' di 1071 nel periodo 1/7/2022-7/7/2022 rispetto a 763 del periodo 24/06/2022- 30/06/2022.

"L'indice di trasmissibilità è 1,40, molto sopra la soglia epidemica. Questo indica un'epidemia in fase acuta, con un forte aumento dei casi. Anche il cosiddetto Rt augmented, anche se in leggero calo, rimane sempre molto sopra l'1, e quindi segnala comunque una fase espansiva". A spiegarlo e' Patrizio Pezzotti, direttore del reparto di epidemiologia dell'Iss. "L'indice Rt viene calcolato sui casi sintomatici di 2 settimane fa, (dati consolidati), mentre l'Rt augmented, che si riferisce invece ai dati della settimana scorsa, si basa su dati che possono essere ancora non consolidati per ritardi di notifica".

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