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Dal progetto KAN uno strumento operativo per aumentare la diagnosi di Malattia Renale Cronica

Nefrologia Redazione DottNet | 04/08/2022 10:44

Il gruppo multidisciplinare del Kidney Anemia Network che coinvolge rappresentati della nefrologia, medicina interna e medicina di base in Italia, ha avviato una fase di test di validità della Scheda Nefrologica sviluppata nell’ambito del progetto KA

Il gruppo multidisciplinare del Kidney Anemia Network che coinvolge rappresentati della nefrologia, medicina interna e medicina di base in Italia, ha avviato una fase di test di validità della Scheda Nefrologica sviluppata nell’ambito del progetto KAN nell’anno 2021

La Scheda Nefrologica può ridurre il rischio di ritardo nella diagnosi e l’inerzia clinica, fornendo uno strumento operativo e facilmente condivisibile per l’identificazione tempestiva del paziente con anemia da Malattia Renale Cronica (MRC). Il progetto KAN (Kidney Anemia Network) è ideato e gestito da ISHEO con il contributo non condizionante di Astellas Pharma S.p.A..     

La Malattia Renale Cronica (MRC) si configura come una lenta e progressiva perdita della funzionalità renale. La prognosi dei pazienti peggiora con il progredire della malattia, e non di rado possono insorgere complicanze tra cui l’anemia.  Il paziente con anemia associata a Malattia Renale Cronica è fragile e compromesso e necessita di una presa in carico multispecialistica che veda la compresenza di nefrologi, cardiologi, diabetologi e internisti. Ne è prova l'elevata incidenza di danni renali in pazienti cardiopatici e/o affetti da diabete. Curare l’anemia in pazienti con Malattia Renale Cronica può ridurre il rischio di progressione della patologia, eventi cardiovascolari, ospedalizzazione e mortalità.   

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Il gruppo multidisciplinare del Kidney Anemia Network che coinvolge rappresentati della nefrologia, medicina interna e medicina di base in Italia, ha avviato una fase di test di validità della Scheda Nefrologica sviluppata nell’ambito del progetto KAN nell’anno 2021. Il test sarà condotto da un folto gruppo di Medici di Medicina Generale e Specialisti di medicina interna, monitorando gli impatti dell’impiego della scheda nella pratica clinica per valutarne la capacità a migliorare il riferimento al nefrologo del paziente con potenziale Malattia Renale Cronica.  

Il sommerso dei pazienti con Malattia Renale Cronica va scovato e avviato a una pronta diagnosi, è questa la sfida che ci aspetta. "Bisogna che il Medico di Medicina Generale riconosca precocemente questo tipo di paziente tra i propri assistiti, nel quale aumenta significativamente il rischio non solo di peggioramento della funzione renale stessa ma anche di complicanze ad essa legate come l’anemizzazione. Tuttavia il medico di famiglia per dare inizio alla terapia correttiva di uno stato anemico secondario alla Malattia Renale Cronica deve fare riferimento allo specialista. Sicuramente l’uso della Scheda Nefrologica, con l’inserimento di parametri specifici condivisi, è molto utile, ma è necessario a questo punto testare la scheda e valutare l’impatto che essa può avere sul lavoro quotidiano dei medici di medicina generale. L’intenzione è di poter avere uno strumento che riesca a farci individuare il più rapidamente possibile quale sia il paziente appropriato da inviare al nefrologo", afferma la Dott.ssa Marina Moscatelli, Medico di Famiglia Specializzazione in Medicina Interna Nefrologia e membro della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (FIMMG).  

La collaborazione multidisciplinare, in questo campo, è lo strumento chiave. "L’obiettivo comune tra medicina interna e altre discipline specialistiche, come appunto la nefrologia, è mettere in campo una consulenza integrata per gestire meglio la presa in carico del paziente con anemia e malattia renale cronica. La medicina interna svolge un ruolo chiave in questo, perché agevola la identificazione del paziente a rischio di progressione di malattia renale partendo dal paziente complesso. La possibilità di raccogliere informazioni circa la funzionalità di uno strumento, come la scheda nefrologica, ci permette di poterne valutare sul campo l’affidabilità, e successivamente poterlo diffondere a tutti" afferma il Prof. Dario Manfellotto, Dipartimento di Medicina Interna, Ospedale Fatebenefratelli-Isola Tiberina di Roma, e Presidente della Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti (FADOI).   

"Da anni si pone il problema del riferimento tardivo del paziente con malattia renale cronica al nefrologo, e ad oggi è ancora problematica l'identificazione dello strumento che deve portare chi vede la malattia nelle fasi più precoci, ossia la medicina generale, alla consapevolezza del problema ed a migliorarne il percorso. Oggi, la possibilità di trattamento del paziente con malattia renale sta cambiando radicalmente. E allora, partendo da specifici fattori di rischio e indicatori quali l’anemia, come altre comorbidità, uno strumento pratico come la scheda nefrologica può migliorare l’identificazione precoce e l’invio del paziente a noi nefrologi. Questo può determinare un impatto impressionante sulla prognosi e qualità di vita dei pazienti e sulla riduzione dei costi a carico del SSN, scovando il sommerso dei pazienti con malattia renale, e procrastinando la dialisi" afferma il Prof. Luca De Nicola, Professore Ordinario di Nefrologia e Direttore Scuola di Specializzazione Nefrologia, Università L. Vanvitelli.  

Il network KAN sta dunque finalizzando un training sulla scheda nefrologica da somministrare al gruppo di medici di medicina generale e specialisti che la testeranno. I risultati della valutazione della scheda nefrologica saranno pertanto diffusi attraverso eventi pubblici e incontri con rappresentanti delle istituzioni sanitarie di rilievo nazionale e regionali, con l’obiettivo di ampliare l’impiego di uno strumento pratico e utile per ridurre l’inerzia clinica e il rischio di late referral del paziente con anemia e malattia renale cronica, a beneficio in primis del paziente, e del servizio sanitario nazionale

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