Canali Minisiti ECM

L’Intelligenza Artificiale per la diagnosi preclinica nello sviluppo dell’Alzheimer e per la riabilitazione nella paraplegia

Neurologia Redazione DottNet | 05/12/2022 17:06

Cappa: "L’IA ci fornisce questo supporto, amplificando in modo fino a poco tempo fa inimmaginabile le nostre capacità"

"L’ intelligenza artificiale attuale è fondamentalmente un insieme di strumenti che sono in gradi di affrontare in modi differenti quello che è il limite principale della nostra formidabile dotazione di base, cioè il cervello umano", come afferma il rof. Stefano Cappa, Ordinario di Neurologia, Scuola Universitaria Superiore IUSS di Pavia. Tra i pochi limiti del macchinario biologico c’è la limitazione della sua capacità di analizzare grandi masse di dati. L’IA ci fornisce questo supporto, amplificando in modo fino a poco tempo fa inimmaginabile le nostre capacità. Se si considera anche un solo campo di applicazione alla realtà, ovvero la neurologia clinica, è più facile forse selezionare le aree che non sono state toccate da questa rivoluzione rispetto a quelle che stanno già utilizzando questo insieme di strumenti per migliorare le nostre capacità di formulare diagnosi, seguire i pazienti nel corso delle patologie e proporre interventi di terapia e riabilitazione. Alcuni esempi possono illustrare la situazione attuale e le prospettive future:

- un campo che ha rapidamente adottato gli strumenti offerti dall’IA è l’analisi delle neuroimmagini: non è un caso, in quanto lo sviluppo delle tecniche di analisi di immagine (computer vision) è un’area di grande rilevanza, non solo ovviamente in campo medico, cha ha attirato i più importanti finanziamenti e coinvolto i principali centri di ricerca da decenni. La possibilità di "addestrare" gli algoritmi dell’AI a riconoscere pattern diagnostici di patologia neurologica estende (non sostituisce) il sistema visivo umano a livelli prodromici e (in associazione ad altri dati) preclinici nel caso della malattia di Alzheimer, migliora la diagnosi differenziale con altre demenze neurodegenerative e consente di formulare una prognosi sui rischi di progressione di malattia. Le analisi di grandi quantità di dati con metodi non supervisionati consentono inoltre di generare "nuove" classificazioni di malattia, creando ipotesi innovative da testare attraverso metodiche tradizionali

pubblicità

- metodi di IA sono alla base dello sviluppo degli strumenti portatili (smartwatch, app per smartphone e tablet, smart devices indossabili) che stanno rivoluzionando la diagnosi e il monitoraggio di numerose malattie neurologiche (Parkinson, Alzheimer, epilessie, disturbi del sonno…) e con conseguenze neurologiche (fibrillazione atriale). L’elemento comune è la raccolta di enormi quantità di dati che solo l’IA consente di analizzare ed integrare con risultati che sono sempre più frequentemente sono utilizzati nella pratica clinica e nella ricerca. Strettamente collegati sono gli sviluppi della telemedicina, che ha conosciuto un impulso straordinario nell’epoca della pandemia

- anche l’area della riabilitazione e della neuroprotesica vedono nei metodi dell’IA uno degli ingredienti essenziali per gli impressionanti recenti sviluppi, in particolare nel campo delle interfacce cervello-computer. Anche in questo caso l’IA consente di analizzare e decodificare in tempo reale enormi quantità di segnali neurali per controllare braccia robotiche, produrre segnali vocali o applicare procedure di neurostimolazione

Commenti

I Correlati

È quanto emerge da uno studio appena pubblicato su Nature Communications

Lo indica una ricerca della Monash University di Melbourne, pubblicata su Preventive Medicine Report

Alessandro Padovani: “Per l’Alzheimer si riduce l’incidenza e aumenta la prevalenza. Gli ottantenni di oggi sono meno colpiti, ma l’invecchiamento della popolazione porta in assoluto a un incremento di pazienti”

La variante protettiva identificata dallo studio si trova in un gene che produce fibronectina

Ti potrebbero interessare

È quanto emerge da uno studio appena pubblicato su Nature Communications

Lo indica una ricerca della Monash University di Melbourne, pubblicata su Preventive Medicine Report

Alessandro Padovani: “Per l’Alzheimer si riduce l’incidenza e aumenta la prevalenza. Gli ottantenni di oggi sono meno colpiti, ma l’invecchiamento della popolazione porta in assoluto a un incremento di pazienti”

La variante protettiva identificata dallo studio si trova in un gene che produce fibronectina

Ultime News

Sin dal momento della diagnosi di neoplasia, la presa in carico nutrizionale rappresenta uno degli snodi cruciali del percorso di cura: più di un paziente su due (51%), alla prima visita oncologica, riporta infatti dei deficit nutrizionali e quasi un

"Nello specifico riteniamo che sia utile emettere solo il certificato che documenta l’inizio dell’infortunio, ritendo pertanto non necessario né appropriato il rilascio di altre certificazioni successive"

Di Silverio: "Questa riforma rappresenta a nostro avviso un tentativo di ulteriore parcellizzazione basata sulla spesa storica nella logica del povero sempre più povero e ricco sempre più ricco"

Il punteggio medio (in una scala da 0 a 10) per i medici è passato da 7,3 nel 2021 a 6,9 nel 2023 e, analogamente, per il personale sanitario non medico da 7,2 a 6,8