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Lea, la classifica di Gimbe: al primo posto Emilia Romagna, in coda la Sardegna

Sanità pubblica Redazione DottNet | 21/12/2022 18:22

Tra le prime 10 Regioni anche Toscana (91,3%), Veneto (89,1%), Piemonte (87,6%), Lombardia (87,4%), Umbria (85,9%), Marche (84,1%), Liguria (82,8%), Friuli Venezia-Giulia (81,5%) e Trento (78,8%)

La Fondazione Gimbe ha pubblicato un nuovo rapporto che analizza dieci anni (il periodo è quello che dal 2010 al 2019) di risultati della cosiddetta “griglia Lea” con la quale da tempo il ministero della Salute monitora le performance sanitarie delle Regioni attraverso un set di indicatori ripartiti tra l’attività di assistenza negli ambienti di vita e di lavoro, l’assistenza distrettuale e l’assistenza ospedaliera. “Si tratta di una vera e propria “pagella” per la sanità – sottolinea Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – che permette di identificare Regioni promosse (adempienti), pertanto meritevoli di accedere alla quota di finanziamento premiale, e bocciate (inadempienti)”.

Le Regioni inadempienti, ricorda Gimbe, sono sottoposte ai Piani di rientro, strumento che prevede uno specifico affiancamento da parte del Ministero della Salute che può sfociare sino al commissariamento della Regione. Non sono sottoposte alla verifica degli adempimenti: Friuli Venezia-Giulia, Sardegna, Valle D’Aosta e le Province autonome di Trento e di Bolzano. La “classifica” di Gimbe: prima Emilia Romagna, ultima Sardegna. L’analisi di Gimbe pone in testa alla classifica per l’erogazione delle prestazioni l’Emilia-Romagna con il 93,4% di adempimenti, in coda la Sardegna con il 56,3% (Regione però esclusa dal monitoraggio LEA).

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Tra le prime 10 Regioni anche Toscana (91,3%), Veneto (89,1%), Piemonte (87,6%), Lombardia (87,4%), Umbria (85,9%), Marche (84,1%), Liguria (82,8%), Friuli Venezia-Giulia (81,5%) e Provincia autonoma di Trento (78,8%). Agli ultimi 6 posti, oltre alla Sardegna, Provincia autonoma di Bolzano (57,6%), Campania (58,2%), Calabria (59,9%), Valle d’Aosta (63,8%) e Puglia (67,5%). Nella prima metà della classifica si posizionano dunque solo due Regioni del centro (Umbria e Marche) e nessuna Regione del sud, a riprova dell’esistenza di una “questione meridionale” in sanità.

Nel decennio 2010-2019 la percentuale cumulativa totale di adempimento delle Regioni è del 75,7% (range tra Regioni 56,3%-93,4%). In altri termini, spiega Gimbe, se a fronte delle risorse ripartite alle Regioni la Griglia LEA è lo strumento utilizzato dal Governo per monitorare l’erogazione delle prestazioni essenziali, il 24,3% delle risorse assegnate nel periodo 2010-2019 non ha prodotto servizi per i cittadini, con un range tra le Regioni che varia dal 6,6% dell’Emilia-Romagna al 43,7% della Sardegna.

Le Regioni non sottoposte alla verifica degli adempimenti hanno performance molto variegate. Da un lato Friuli Venezia-Giulia e Provincia autonoma di Trento raggiungono percentuali di adempimento da metà classifica; dall’altro Valle D’Aosta, Provincia autonoma di Bolzano e Sardegna registrano le performance peggiori. La percentuale cumulativa di adempimento LEA annuale è salita dal 64,1% del 2010 all’82,6% del 2019, un miglioramento in parte reale, in parte sovrastimato per il fenomeno di “appiattimento” dovuto alla cristallizzazione dello strumento di valutazione della Griglia LEA che, negli anni, ha mantenuto gli stessi indicatori.

Nuovo Sistema di Garanzia: sperimentazione 2019
Dal 1° gennaio 2020 la Griglia LEA è stata sostituita dal Nuovo Sistema di Garanzia (NSG), in particolare da un subset di 22 indicatori definiti CORE. Considerato che alla data di pubblicazione del rapporto Gimbe non è ancora disponibile il report adempimenti LEA 2020, nel rapporto vengono analizzati i risultati della sperimentazione 2019. Il NSG considera adempienti le Regioni che raggiungono la sufficienza su tutte e tre le aree di assistenza: prevenzione, distrettuale e ospedaliera. Dalla sperimentazione ben 6 Regioni risultano inadempienti: la Calabria non raggiunge il punteggio minimo in nessuna delle tre aree; la Provincia autonoma di Bolzano in due aree e Valle d’Aosta, Molise, Basilicata e Sicilia in una sola area.

Anche se il NSG non prevede il calcolo di un punteggio totale per valutare gli adempimenti, sommando i punteggi ottenuti nelle tre aree emerge una classifica simile a quella ottenuta con la Griglia LEA, dove la Regione Emilia-Romagna si conferma in prima posizione.

“Senza una nuova stagione di collaborazione tra Governo e Regioni e un radicale cambio di rotta per monitorare l’erogazione dei LEA – conclude Cartabellotta – diseguaglianze regionali e mobilità sanitaria continueranno a farla da padrone e il CAP di residenza delle persone condizionerà il diritto alla tutela della salute. Una situazione che stride con i princìpi di equità e universalismo del SSN, recentemente ribaditi dal Ministro Schillaci secondo cui è “prioritario il superamento delle diseguaglianze territoriali nell’offerta sanitaria” affinché “tutti i cittadini abbiano le stesse opportunità, indipendentemente da dove sono nati o risiedono e dal loro reddito”“.


 

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