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Vaccino contro l'herpes zoster può ridurre il rischio di demenza

Farmaci Redazione DottNet | 08/06/2023 19:44

A trovare un'associazione tra il vaccino contro il fuoco di Sant'Antonio e un tasso inferiore di demenza è un ampio studio pubblicato sul server di prestampa medRxiv, pubblicato su Nature.it

La vaccinazione contro l'herpes zoster potrebbe prevenire la demenza riducendone il rischio del 20%. A trovare un'associazione tra il vaccino contro il fuoco di Sant'Antonio e un tasso inferiore di demenza è un ampio studio pubblicato sul server di prestampa medRxiv, di cui si parla su Nature.it. L'idea che l'infezione virale possa svolgere un ruolo almeno in alcuni casi di demenza risale agli anni '90, quando il biofisico Ruth Itzhaki dell'Università di Manchester, nel Regno Unito, trovò l'herpesvirus nel cervello di persone decedute con demenza. La teoria è stata controversa ma un lavoro recente ha suggerito che le persone infette da virus che colpiscono il cervello hanno tassi più elevati di malattie neurodegenerative.

Il team guidato dall'epidemiologo Pascal Geldsetzer della Stanford University, in California, ha utilizzato i dati di un programma di vaccinazione contro l'herpes zoster in Galles, iniziato a settembre 2013. L'herpes zoster è causato dal risveglio del virus della varicella, è più comune negli anziani e può causare forti dolori ed eruzioni cutanee. I ricercatori hanno esaminato le cartelle cliniche elettroniche di 296.603 persone nate tra il 1925 e il 1942. Il vaccino, negli anziani che lo hanno ricevuto, ha ridotto il rischio di demenza del 19,9% in totale. "Se questo sarà confermato, si avrebbero conseguenze importanti", perché visto i grandi di numeri di persone colpite da Alzheimer "anche una modesta riduzione del rischio ha un impatto enorme", spiega Alberto Ascherio, epidemiologo dell'Università di Harvard a Cambridge nel Massachusset. Quanto alle cause, è possibile che il vaccino possa innescare una risposta immunitaria che aiuta a ridurre il rischio di demenza.

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Altri invitano ancora alla prudenza. "Lo studio è ben fatto, ma non conclusivo", afferma Maria Glymour, epidemiologa dell'Università della California, San Francisco, secondo la quale è possibile che il vaccino ritardi solo l'insorgenza della demenza. Gli autori hanno anche scoperto che l'effetto era principalmente nelle donne e alcuni ritengono che questo aspetto metta in discussione il fatto che esista realmente una relazione causale tra vaccino e demenza. Quindi prima che i risultati influenzino scelte politiche, aggiungono i ricercatori, andrebbero confermati da una sperimentazione clinica vera e propria. 
 

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