Medicina Generale
Medicina Generale
Canali Minisiti ECM

Fimmg: Sempre più specialisti vogliono diventare medici di famiglia

Medicina Generale Redazione DottNet | 30/08/2023 12:29

Scotti: Sarebbe utile introdurre possibilità di carriera, per i medici, più aperte tra territorio e ospedale, anche perché è frequente che ormai i giovani medici mantengano aperta la doppia possibilità

Cresce il numero di medici specializzati che sceglie di entrare ai corsi di formazione per la medicina di famiglia. Tra gli iscritti al concorso del 2022 rappresentavano il 5%, ma è una percentuale sottostimata, perché spesso l'iscrizione specialistica nell'Albo delle Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo) non è tempestiva. Inoltre "abbiamo ragione di ritenere che stia crescendo anche una quota di medici già impiegati in altri settori che decidono di entrare nella medicina di famiglia", spiega all'Adnkronos Salute Silvestro Scotti, segretario generale del maggior sindacato di medicina generale, la Fimmg.

Secondo Scotti, sarebbe utile introdurre possibilità di carriera, per i medici, più aperte tra territorio e ospedale, anche perché è frequente che ormai i giovani medici mantengano aperta la doppia possibilità: il 32% degli iscritti al concorso per la medicina generale del 2022 aveva partecipato anche al bando per la borsa di specialistica.

"E' in atto un fenomeno che definirei di 'controtendenza' - continua- con la crescita di medici già specializzati che scelgono la nostra professione. Non si tratta di grandi numeri ma di una tendenza molto indicativa". Un fenomeno che probabilmente "è legato anche al fatto che l'ospedale e la dipendenza dal Ssn, in questa fase, sembrano essere meno attrattivi che in passato. Credo si cerchi, scegliendo la medicina generale, anche una maggiore autonomia organizzativa, professionale. Questo anche considerando l'aumento della componente femminile della professione e la ricerca di un'organizzazione dei tempi più autonoma, rispetto ai tempi ospedalieri che sono più limitanti per gli impegni familiari".

Elementi che alcuni casi specifici sembrerebbero avallare. "Ci sono storie personali - aggiunge Scotti - che vanno in questa direzione come quello di una collega anestesista in un importante ospedale che ha fatto il concorso di medicina generale. Questo perché si pensa a una professione più gestibile in autonomia". Tutto questo evidenzia come "probabilmente, dovrebbe essere rivista tutta la formazione post laurea per creare una situazione più dinamica, più fluida tra le diverse aree professionali".

Insomma fare in modo che tra le carriere non ci siano recinti insormontabili, "permettendo ai professionisti prospettive di cambiamento nel corso della propria vita professionale. E fare quindi in modo che si possano riconoscere le competenze maturate, sul territorio o in ospedale, tra le figure. Con una maggiore possibilità di evoluzione dei percorsi professionali. Anche sul piano pratico - conclude il segretario Fimmg - questo permetterebbe al medico dell'ospedale che vive il territorio di capire meglio come funzionano le cure primarie e viceversa. L'integrazione tra i due 'mondi' dovrebbe essere potenziata su diversi piani, anche per quanto riguarda le carriere".

Commenti

I Correlati

Tra i punti principali l'istituzione della specializzazione e la possibilità di optare per la dipendenza o su forme di accreditamento. Resta il rapporto fiduciario

Al centro del dibattito anche il tema del ruolo unico, da cui ogni medico possa scegliere liberamente se operare in regime orario, a quota capitaria o in modalità mista

Il Progetto Radar, sviluppato dai medici di famiglia, favorisce una piena comprensione dei rischi dell’anziano e aiuta a definire appropriate misure di prevenzione, assistenza e cura

Silvestro Scotti: Lottiamo da soli per salvare il diritto alla salute dei cittadini. In questi anni troppo fango sui medici di famiglia

Ti potrebbero interessare

"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"

"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"

Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”

Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa