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Sip, la miopia nei bambini insorge prima e diventa più grave

Oculistica Redazione DottNet | 03/06/2025 13:53

Riguarda il 36% dei bambini tra 5 e 19 anni; tra le cause l'uso prolungato di tablet e smartphone

Una società sempre più "miopizzata".   Se non si interviene entro il 2050, la metà dei bambini e dei ragazzi potrebbe essere miope. Al Congresso della Società Italiana di Pediatria (Sip), di Napoli, gli esperti lanciano l'allarme: già oggi la miopia riguarda il 36% dei bambini tra 5 e 19 anni con un aumento del 50% negli ultimi 30 anni.    E non si tratta più solo di un piccolo difetto visivo, ma di una condizione patologica che inizia sempre prima, peggiora più rapidamente e mette a rischio la salute degli occhi fin dall'infanzia. "Se un tempo l'età di insorgenza della miopia era attorno ai 12-13 anni, oggi inizia molto prima e progredisce più in fretta.

L'insorgenza precoce porta a un maggiore allungamento del bulbo oculare e predispone a complicanze come il distacco di retina, la cataratta precoce e il glaucoma", spiega Paolo Nucci, ordinario di Oftalmologia all'Università degli Studi di Milano e presidente della Società Italiana di Oftalmologia Pediatrica e Strabismo (Siops). In altre parole, l'occhio miope non è più solo un occhio che "vede male da lontano", ma un occhio che per effetto della miopia, sviluppa alterazioni strutturali.

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     Gli stili di vita moderni sono tra le principali cause. La vita sempre più indoor, l'uso prolungato di tablet e smartphone e il tempo passato a leggere o studiare da vicino riducono l'esposizione alla luce naturale e aumentano il rischio. Al contrario, avverte Nucci, "l'attività all'aperto è la migliore alleata della prevenzione: i bambini devono trascorrere più tempo lontano dagli schermi e con lo sguardo libero di spaziare".    Tuttavia, oggi la ricerca mette a disposizione strumenti innovativi per rallentare la progressione della miopia, come l'Atropina a bassissimo dosaggio (0,01%-0,05%) e le lenti a de focus. Terapie che "funzionano in oltre 6 bambini su 10, e alcuni studi dimostrano che se combinate arrivano a una efficacia del 70% - spiega Nucci -. Sappiamo che l'atropina agisce attraverso meccanismi biochimici complessi, mentre le lenti a defocus modificano il modo in cui l'occhio riceve gli stimoli visivi. La combinazione delle due strategie sembra avere un effetto sinergico. La nuova sfida - conclude - è valutarne l'efficacia anche sui premiopi, per prevenire la comparsa della miopia vera e propria".

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