Corte Ue, riconsiderare veto su attività vendite Gsk Spagna
Lo ha deciso la Corte europea di giustizia, alla quale si era rivolta l'azienda farmaceutica britannica e la stessa Commissione Ue.
Dal 1998 Gsk aveva adottato un sistema di vendita per ostacolare il mercato parallelo di medicinali offrendo ai grossisti prezzi differenziati per 82 dei suoi prodotti, a seconda che fossero venduti in Spagna o esportati al di fuori del Paese. L'accordo fu firmato da 75 grossisti, che insieme rappresentavano il 90% delle vendite dell'azienda nella penisola iberica. Gsk informò la Commissione europea di questi accordi, per assicurarsi che non andassero contro le leggi europee e, in tal caso, per ottenere un'eccezione come
'contributo alla promozione del progresso tecnico'. Ma nel maggio 2001, l'organismo europeo decise che questo sistema effettivamente contravveniva alle leggi comunitarie, costituendo una restrizione della competizione. E Gsk non aveva fornito abbastanza giustificazioni per ottenere un'eccezione.
A settembre 2006, la Corte di prima istanza della Corte di giustizia europea si dichiarò d'accordo, ma annullò la decisione, affermando che la Commissione europea non aveva eseguito sufficienti controlli. Sia la Commissione europea che Gsk si rivolsero dunque alla
Corte. Ieri, la sentenza definitiva: secondo i giudici, la Commissione aveva ragione ad affermare che quegli accordi erano illegali, ma non furono prese in considerazione le evidenze prodotte da Gsk a sua difesa. La Corte ha infine annullato tutte le sentenze precedenti, ordinando alla Commissione di riconsiderare la questione.