Il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, ha emanato un provvedimento che fissa le modalità tecniche di utilizzo dei dati delle spese sanitarie, in stretto raccordo con il Garante della Privacy.
Insieme hanno anche deciso, visto la delicatezza del tema, di costituire un tavolo per valutare eventuali modifiche o integrazioni che dovessero rendersi necessarie per rafforzare le tutele sui dati personali delle persone interessate. Sono state sentite anche le associazioni di categoria dei Farmacisti e l'Ordine dei medici.
Il Caf non potrà verificare le singole spese mediche, ma vedrà solo l'importo complessivo degli esborsi sostenuti. E, soprattutto, il contribuente che non vuole fornire al fisco i propri dati sanitari potrà dire no e chiedere al medico o al farmacista di non inviare i dati. Parte la 'fase 2' per il 730 precompilato, per inserire i dati delle spese sanitarie deducibili. Da una parte c'e' la possibilità che dal prossimo anno ci siano altri 10 milioni di dichiarazioni che possono essere inviate senza modificare la compilazione già fatta dal fisco.
Dall'altra c'è la tutela di informazioni sensibili, relative alla spesa medica. Così l'Agenzia delle Entrate e il Garante della privacy hanno messo a punto una strategia comune che mette all'iter di acquisizione dei dati alcuni importanti paletti a tutela del contribuente. Un tavolo è poi stato attivato per implementare le regole e magari fornire ulteriori dettagli. Al momento i paletti sono chiari: il cittadino avrà il diritto ad essere informato e potrà scegliere di non inviare i dati; quest'ultimi saranno visibili solo in modo aggregato dagli intermediari abilitati, come i Caf; sono previsti meccanismi di cancellazione dagli archivi per i cittadini che non utilizzano la dichiarazione precompilata; sono limitati e controllare gli accessi ai data base.
Insomma, ad occhio e croce, il sistema sembra a prova di riservatezza. Il 'sistema' utilizzato sarà quello della Tessera sanitaria, gestito dal ministero della Salute, dalla Regioni, in accordo con l'ordine dei medici e le associazioni dei farmacisti. Il via libera alle regole è spettato però al Garante della Privacy che ha posto un muro invalicabile: i dati potranno potranno essere usati solo su base volontaria. La procedura delineata prevede tre passaggi che partono dall'invio dei dati da parte di medici, ospedali, ambulatori e farmacie, all'unione con i codici fiscali e infine all'utilizzo nella dichiarazione del dato aggregato.
Il direttore dell'Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi ha anche spiegato chiaramente quali dati saranno inseriti. Sono quelli relativi agli scontrini fiscali per le spese sanitarie, e i ticket per l'acquisto di farmaci (anche omeopatici) e per le prestazioni fornite dal servizio sanitario nazionali. Ci sono poi gli acquisti dei dispositivi medici e i servizi delle farmacie, come per esempio il test per la glicemia. Sono anche inclusi i farmaci ad uso veterinario e le cure termali. Per molti l'arrivo di questi dati già nella dichiarazione sarà una decisa semplificazione. Ma, per chi si rivolge a medici privati con spese che non rientrano nel circuito della tessera sanitaria, rimarrà comunque la possibilità di inserire le ulteriori spese, integrando e modificando quanto già 'precompilato' dal fisco.
fonte: mef
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