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Chirurghi e robot recuperano il rene e salvano due vite

Urologia Redazione DottNet | 23/02/2017 20:31

Alle Molinette di Torino primo intervento del genere al mondo

Un rene espiantato per una anomalia congenita salva la vita ad un paziente in dialisi. Il lieto fine di questa doppia sofferenza grazie alla chirurgia robotica, utilizzata per la prima volta al mondo per 'recuperare' l'organo. L'eccezionale intervento alle Molinette di Torino che, dopo il trapianto del rene al posto della milza su una bambina di sei anni, lo scorso dicembre, si conferma all'avanguardia nel panorama sanitario internazionale anche per l'applicazione delle strumentazioni di ultima generazione come il robot Da Vinci.


    "La chirurgia robotica è stata fondamentale in questa particolare situazione", spiega il professor Paolo Gontero, direttore dell'Urologia universitaria della Città della Salute e della Scienza di Torino. Il rene ectopico pelvico, una anomalia congenita che porta dolori e infezioni croniche, era infatti a contatto con l'utero della paziente, una donna di 45 anni della provincia di Novara. E con una complessità di arterie mai vista prima nella trentennale esperienza della Chirurgia Vascolare ospedaliera delle Molinette, con tre arterie invece di una attaccate a tre vasi sanguigni diversi.

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    "Nell'ottica di riutilizzare il rene, occorreva esportarlo senza danneggiarlo in alcun modo", spiegano il professor Luigi Biancone, direttore della Nefrologia universitaria dove ora i due pazienti stanno effettuando la degenza post operatoria, e Maurizio Merlo, direttore della Chirurgia Vascolare ospedaliera.    "Il robot ha garantito una maggiore accuratezza e delicatezza nell'espianto dell'organo - spiegano - con un duplice vantaggio: per la paziente, a cui è stata assicurata una rapida ripresa, e per lo stesso organo".    Il successivo trapianto è tecnicamente riuscito: il paziente che ha ricevuto l'organo, un uomo di 51 anni della provincia di Cuneo, è stato sganciato dalla dialisi e le sue condizioni sono in costante miglioramento. "Ringrazierò per tutta la vita questi medici fantastici e la mia donatrice. Mi hanno fatto il più bel regalo di compleanno che potessi desiderare", dice l'uomo che nei giorni scorsi ha festeggiato i 51 anni.    A pochi metri dal paziente, in un letto simile al suo, la donatrice del rene, tornata a vivere dopo anni di sofferenze indicibili grazie ad un atto di generosità. Perché, dice, "è bello poter aiutare: voglio pensare che tutti, nella mia situazione, avrebbero fatto la stessa cosa. O comunque sperare - conclude - che il mio gesto sia da stimolo ad aiutare gli altri".

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