I social media rappresentato una svolta decisiva nell’ambito della comunicazione.
La consacrazione di Facebook – che continua a essere il social più utilizzato al mondo – e la successiva affermazione di Twitter e Linkedin hanno generato una modalità di comunicazione sempre più istantanea e in alcuni casi, addirittura, virale.
Negli ultimi anni si è assistito a un deciso incremento dell’uso dei social anche da parte dei medici: nel 2010 il 41% dei camici bianchi era sui social; mentre solo l’anno dopo la percentuale ha raggiunto il 90%. Allo stesso modo gli studenti in medicina risultano molto attivi sui social: più del 90% possiede un account sui social network.
L’adesione – quasi – plebiscitaria dei medici ai social media comporta l’inevitabile trasformazione della comunicazione medico scientifica e il modello della relazione medico-paziente.
Urologi e Social
Tiziana Gerace, urologa, durante l’89° Congresso annuale della Società Italiana di Urologia (SIU), ha riportato che su 4.047 tra specialisti e specializzandi in Urologia il 74% ha dichiarato di avere un account social; tuttavia solo il 28% ha ammesso di farne un uso anche professionale, soprattutto sotto i 40 anni.
Da una survey somministrata ai membri della Canadian Urological Association emerge, inoltre, che il 26% degli urologi utilizza abitualmente i social; mentre solo l’8% degli intervistati ne fa un uso professionale. I social, quindi, sono intesi come aggregatori di informazioni; mentre non rappresentano ancora un canale di comunicazione medico-paziente, al contrario gran parte degli urologi intervistati riferisce che il dialogo medico-paziente andrebbe fortemente evitato sui social.
Gli urologi, però, presagiscono le potenzialità del mezzo e ritengono che l’uso dei social diventerà indispensabile nel (prossimo) futuro, poiché innegabili sono i vantaggi sul piano formativo: dalla possibilità di interagire con i colleghi di tutto il mondo allo scambio di conoscenze ed esperienze attraverso discussioni di casi clinici; dalla comunicazioni real time con i colleghi all’aggiornamento mediante web-meeting e gli interventi di Key Opinion Leader.
In Urologia, Twitter risulta il social più usato, il suo successo dipende dalla estrema semplicità di utilizzo. Sulla piattaforma dedicata al microblogging, infatti, sono diffusi – e disponibili – la maggior parte di studi in letteratura.
Attraverso gli hashtag, invece, si possono postare (o cercare) gli aggiornamenti dei congressi in real time, consentendo anche a chi non è presente di contribuire attivamente alla discussione.
Il numero di Tweet, proveniente da eventi scientifici, è in esponenziale aumento. Numerose sono le riviste urologiche che hanno un profilo Twitter, da cui twittare articoli, news, linee guida, full text e abstract.
Twitter – come l’intera rete – è un luogo aperto, a cui anche i pazienti hanno accesso. Per questa ragione le società scientifiche hanno tracciato delle linee guida con cui aiutare i medici a regolare la propria presenza sui social. La morigeratezza rappresenta il comune denominatore di tutte le indicazioni, tra cui spicca un monito: «Presupporre che ogni cosa che postiamo – sottolinea la dottoressa Gerace – sarà permanente e andrà oltre il nostro controllo».
A.N. L.IT.COM.04.2017.2366
Data di deposito AIFA: 7 aprile 2017
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