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Morto per il morbillo: Lorenzin, una vita vale una legge

Infettivologia Redazione DottNet | 23/06/2017 19:03

Sarebbe stato contagiato dai suoi fratelli non vaccinati

"Una vita vale bene una legge".    All'indomani della morte del bambino malato di leucemia e stroncato dal morbillo preso dai fratellini non vaccinati, Beatrice Lorenzin è tornata sulla vicenda definendola una "storia straziante". Dal Digithon di Bisceglie il ministro della Salute ha dichiarato di aver seguito la storia del piccolo per un mese: "Siamo dentro una epidemia di morbillo, bambini e adulti non vaccinati rischiano. Bambini fragili come quello di Monza, che stava guarendo dalla leucemia, che avremmo salvato dalla leucemia, è morto per il morbillo".    A margine dell'evento, Lorenzin è tornata anche sulle modifiche del decreto vaccini in Senato con una evidente apertura e un avvertimento: "È importante che il dl non venga svuotato di valore scientifico, poi siamo aperti a modifiche, per esempio l'istituzione dell'anagrafe nazionale vaccinale, tanto che abbiamo già approvato le risorse per finanziarla".

E ha aggiunto che i Lea sono stati finanziati due anni fa per la copertura al 95% di tutti i vaccini del piano nazionale, sia quelli obbligatori, i 12 previsti dal decreto, sia quelli fortemente raccomandati, come quello contro papilloma virus e pneumococco. Il ministro ha voluto anche ricordare che la lista dei 12 vaccini del dl è stata indicata dalle autorità sanitarie su criteri di messa in sicurezza della popolazione e ha avvertito: "chi la voglia modificare se ne assuma la responsabilità, io mi attengo a ciò che dicono le autorità sanitarie, non a giudizi o convenienze politiche".  

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Ieri mattina alcune decine di genitori contrari ai vaccini hanno protestato fuori dalle vecchie segherie della cittadina pugliese dove si svolge la rassegna. A chi chiedeva se la obbligatorietà dei vaccini non fosse in contraddizione con il diritto alla salute, come ritiene il movimento "No Vax", Lorenzin ha risposto che l'obbligatorietà vaccinale serve a garantire il diritto alla salute, sancito dall'articolo 32 della Costituzione. Riferendosi al rapporto tra fake news e movimenti "No vax", il ministro ha sottolineato che con l'avvento dei social, le false notizie sono state viralizzate in modo incontrollato. E ancora: "Siamo in un Paese che non ha una cultura scientifica profonda, in questo contesto le fake news attecchiscono, perché arrivano alle mamme. Lo sono anche io, il massimo amore per i nostri bambini sta nel vaccinarli".

Aveva solo 6 anni, e già stava combattendo una dura battaglia contro la leucemia. Il suo sistema immunitario però, già messo alle strette dalla malattia, non ha potuto difenderlo dalle complicanze causate dal virus del morbillo, che gli avrebbero passato i suoi fratelli non vaccinati. Per questo il piccolo è morto all'Ospedale San Gerardo di Monza, come ha confermato l'assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera.    Secondo fonti ospedaliere, la famiglia avrebbe preferito non far vaccinare i due figli più grandi, nonostante il più piccolo - proprio a causa della leucemia - avesse un sistema immunitario compromesso, e quindi non potesse né essere vaccinato né difendersi da solo contro eventuali infezioni.

"È dolorosissimo commentare la morte del bimbo, che si sarebbe probabilmente salvato dalla leucemia - ha commentato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin - ma che il morbillo ha ucciso perché essendo malato non poteva essere vaccinato. Succede, come dice la scienza, quando manca l'immunità di gregge. Non serve aggiungere parole, bisogna rispettare la medicina e le verità scientifiche per fare il bene dei nostri figli. Sono vicina ai genitori e al loro immenso dolore".    "La storia di questo piccolo - ha detto Gallera - è l'esempio di come la cosiddetta 'immunità di gregge' sia fondamentale per la protezione di coloro che, per la loro malattia o per lo stato di trattamento in cui si trovano, non sono protetti, anche quando fossero vaccinati dal morbillo cosi' come da altre malattie infettive".

L'immunità di gregge è, di fatto, una protezione indiretta dalle malattie per cui ci si vaccina. Se ad esempio 95 persone su 100 sono vaccinate contro il morbillo, questo protegge dalla malattia anche le 5 che non sono vaccinate: semplicemente, perché il virus non ha abbastanza persone da poter infettare, e quindi non riesce a diffondersi.    Se però la soglia delle persone non coperte da vaccinazione è più bassa, un virus ha molte più possibilità di colpire: e questo è ancora più pericoloso per quelle persone che non possono vaccinarsi ad esempio a causa di particolari patologie.    Il piccolo era affetto da una Leucemia Linfoblastica Acuta, "malattia che oggi ha una probabilità di guarigione in oltre 85% dei casi con forme simili. Ma il 15 marzo - ha aggiunto Gallera - per il sospetto di infezione da morbillo poi confermata il giorno successivo, è stato trasferito in terapia intensiva" perché i suoi polmoni non riuscivano più a respirare autonomamente. Il bimbo è rimasto intubato per oltre 3 mesi, con anche un supporto che compensasse un'insufficienza cardiaca, fino al tragico epilogo di oggi.

"Una tragedia, questo bimbo è morto per il morbillo, noi ce l'abbiamo messa tutta" ha detto il professor Andrea Biondi, primario della Clinica Pediatrica del San Gerardo di Monza. Il professor Biondi, da qualche mese in contatto diretto con il ministro della Salute Beatrice Lorenzin in qualità di esperto di malattie pediatriche, ha detto di "aver tentato in tutti i modi di salvare la vita del piccolo. E' arrivato da noi sei mesi fa, per essere trattato come da prassi per la sua malattia, poi ci siamo accorti che aveva contratto il morbillo"

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