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Vaccini: 285 emendamenti, verso la modifica dell'intervento tribunale

Sanità pubblica Redazione DottNet | 23/06/2017 14:41

10 gli ordini del giorno presentati in Commissione Igiene e Sanità del Senato al Ddl 2856 di conversione del decreto legge sull'obbligo vaccinale a scuola

Nel giorno dell'inizio dell'iter del decreto sull'obbligo vaccinale in commissione Sanità del Senato si iniziano a vedere le prime aperture ad un 'alleggerimento' del provvedimento, soprattutto nel capitolo delle sanzioni. A dirsi d'accordo sono state anche le due ministre interessate, con quella della Salute Lorenzin, che si è dichiarata "completamente laica" su possibili miglioramenti, e la collega all'Istruzione Fedeli che ha parlato di "una buona discussione in aula".    Sono 285 gli emendamenti e 10 gli ordini del giorno presentati in Commissione, ha spiegato la relatrice Patrizia Manassero. La modifica che sembra mettere tutti d'accordo è la cancellazione del rischio di perdita della patria potestà, e anche sull'alleggerimento delle sanzioni pecuniarie sembra esserci una certa convergenza, anche se Lorenzin ha ricordato dopo l'incontro avuto oggi con la Conferenza delle Regioni che "l'importante è che non vengano sminuite altrimenti perderebbe senso la sanzione".

Il ministro è invece fortemente contrario a una variazione del numero di vaccinazioni obbligatorie, richiesta da alcuni emendamenti. "Unico punto per me che rimane inderogabile è che il decreto non può venir meno agli elementi scientifici messi in campo - ha precisato - Questo non è un decreto politico nel senso del termine, è un decreto tecnico che risponde ai bisogni di urgenza per prevenire delle emergenza.    Questi bisogni di urgenza ci sono stati indicati dalle autorità scientifiche, l'elenco delle vaccinazioni è stato fatto dalle autorità sanitarie e scientifiche quindi le modifiche al decreto vanno bene solo se avvalorate da autorità sanitarie".    Dall'incontro con i presidenti delle Regioni è però riemersa anche la spaccatura tra i governatori, con da un lato gli scettici, capitanati da quello del Veneto Luca Zaia che ha confermato l'intenzione di impugnare il decreto davanti alla Corte Costituzionale, e dall'altro i favorevoli, che secondo il presidente della Conferenza Bonaccini sono "la stragrande maggioranza".

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"Pensiamo che questo metodo coercitivo sia poco rispettoso delle famiglie - ha affermato in particolare Zaia - anche per il fatto che i cittadini devono essere informati, e creerà qualche abbandono". A stretto giro ha risposto la ministra Lorenzin, secondo cui non ci sono timori sulla costituzionalità del provvedimento. "La Regione ha preso tante cantonate in questi anni dal punto di vista delle posizioni scientifiche - ha aggiunto Lorenzin - Lo ha fatto su Stamina con dichiarazione pubbliche del presidente Zaia e lo sta facendo oggi sui vaccini".    Dalla parte dei contrari si è schierata anche l'assessore ligure Silvia Viale, secondo cui anche la Lombardia sta lavorando per modifiche sostanziali. Il 'countdown' per la conversione del decreto è comunque già iniziato, e il tempo sembra già stringere. L'illustrazione degli emendamenti si concluderà martedì, quindi ci sarà il parere della V Commissione Bilancio e il voto degli emendamenti in Commissione Sanità. Il decreto, che scade il 6 agosto, andrà quindi in aula a Palazzo Madama solo dopo il 3 luglio. Intanto la difesa da parte dei medici del provvedimento e' netta. L'Aopi, l'associazione degli ospedali pediatrici italiani chieda che si vada avanti con l'approvazione del testo. ''Qualsiasi passo indietro - scrivono - sarebbe un autogol per la salute''.

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