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Dirigenza sanitaria, mancano i fondi per il rinnovo contrattuale

Sanità pubblica Redazione DottNet | 26/10/2017 20:57

Garavaglia, servono risorse per almeno 1 miliardo e 300 mln. L’allarme dell’Intersindacale: “I nostri aumenti contrattuali per pagare i contratti di altri. Senza pudore”

"Si può chiudere il rinnovo contrattuale per la dirigenza sanitaria, il comparto e la convenzione ma se il Governo e il Parlamento non metteranno le risorse, pari a circa 1 miliardo e trecento milioni, non se ne farà nulla": parola di Massimo Garavaglia, presidente del Comitato di settore Regioni-Sanità che si è riunito oggi. "Noi siamo pronti, ora la palla passa al Parlamento", ha aggiunto Garavaglia.

Il Comitato di settore Regioni Sanità chiede quindi fondi per chiudere il rinnovo contrattuale. "Abbiamo apportato gli ultimi ritocchi agli atti di indirizzo, per noi si può chiudere e fare il nuovo contratto ma senza risorse non si chiude, si rinvia al prossimo anno", dice Garavaglia. I fondi potrebbero essere stanziati nella manovra. Garavaglia infine ricorda che il comparto Regioni sconta 604 milioni di tagli al Fondo sanitario che le Regioni a statuto ordinario hanno pagato lo scorso anno per conto di quelle a Statuto speciale.

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"Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Dopo il colpo di mano della legge Madia che, con la complicità del Governo, ha prodotto l'ennesimo taglio dei fondi accessori del contratto nazionale dei medici, dei veterinari e dei dirigenti sanitari, la Regione Veneto ci riprova. Con un emendamento alla legge di bilancio si vorrebbe dare il via libera ai fondi 2017 in cambio del pagamento alle Regioni di una Robin tax, con la quale si vorrebbero usare i soldi dei medici per i trattamenti contrattuali di altre professioni. Senza pudore", così in una nota diffusa questa mattina l’intersindacale della dirigenza medica e sanitaria del Ssn (Anaao Assomed – Cimo – Aaroi-Emac – Fp Cgil Medici E Dirigenti Ssn – Fvm – Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr) – Cisl Medici – Fesmed – Anpo-Ascoti-Fials Medici – Uil Fpl Coordinamento Nazionale delle Aree Contrattuali Medica e Veterinaria).
 
"Mentre continua da parte di Regioni e Ministero della Salute il tentativo di ridurre gli organici, con buona pace dei precari – prosegue la nota - attraverso un calcolo del fabbisogno di personale che pretende di applicare agli ospedali metodi da produzione industriale, confondendo le sale parto con le fabbriche di bulloni, gli interventi chirurgici con la riparazione degli elettrodomestici, il fabbisogno di salute dei cittadini con la manutenzione delle automobili, si vuole minare ogni possibilità di attuare quell'art. 22 del Patto della Salute che le Regioni pure hanno sottoscritto, non considerando sufficienti, per fare cassa, i 650 milioni sottratti negli ultimi 5 anni al contratto della dirigenza sanitaria".

"Di questo passo – proseguono i sindacati - il piatto contrattuale viene servito con risorse incerte e scarse aggiunte a livello nazionale e risorse certe ed ingenti sottratte a livello aziendale.  Altro che aumenti stipendiali. Dai tagli lineari al taglio selettivo per i Medici ed i dirigenti sanitari, trasformati a loro insaputa in benefattori delle tasche altrui. Un out of pocket all’italiana".
 
"Se l'unica politica messa in campo è lo scippo delle nostre risorse contrattuali – aggiunge ancora l’Intersindacale - si amplia la frattura tra istituzioni e professionisti, aggravando l'impoverimento di risorse umane nella sanità pubblica e accelerandone il tracollo, a  favore della espansione della sanità privata, pur in assenza di chiari mandati elettorali. Ma non saranno certo furbizie ed opportunismi a garantire la salute dei cittadini".
 
"Le Organizzazioni sindacali chiederanno a tutti i Presidenti delle Regioni, ed ai loro Assessori alla sanità, di dire con chiarezza se condividono questa iniziativa. Al Governo ed ai Parlamentari spetta di respingere la proposta indecente, mettendoci la faccia, come i Medici tutti i giorni davanti al disagio dei cittadini", aggiungono.
 
"Sarà un utile elemento di giudizio per le prossime elezioni politiche da parte di categorie professionali che, comunque, non rimarranno inerti ad assistere al saccheggio, emendamento su emendamento, dei loro contratti di lavoro", conclude la nota.

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