A gravare sull'efficacia del lavoro l'eccessiva burocrazia
ll mancato turn over incide negativamente sul numero dei medici di base, che sono sempre di meno e in età avanzata nonostante rappresentino il primo e fondamentale anello del pianeta salute. Ne parla il Rapporto Enpam-Eurispes presentato lunedì al Ministero della Salute. Se l'Italia è seconda solo alla Germania per il numero di medici, nell'area della medicina di base si colloca nella fascia bassa della classifica. Mentre la Germania ne conta 167,4 ogni centomila abitanti, in Italia ce ne sono 88,9, pari quindi alla metà.
Ogni medico di famiglia assiste una media di 1.200 cittadini: un quadro che - stando ai dati forniti dal Ministero della Salute - caratterizza gli ultimi decenni e sul quale si abbatte adesso il problema dell'anzianità anagrafica. Basti pensare che già nel 2012, sui 45.437 medici di medicina generale censiti, più del 60% risultava laureato da 27 o più anni. A gravare sull'efficacia del lavoro, dice il Rapporto, anche le incombenze burocratiche, come l'invio elettronico delle prescrizioni in tempo reale, che legano il medico di più al computer che al lettino delle visite.
Testa: "Siamo noi che con le prescrizioni emesse sovente aggiorniamo il FSE automaticamente, mentre ci troviamo sistematicamente a subire le prescrizione di colleghi ospedalieri svogliati, per usare un eufemismo”
In media tre ricoveri su 10 si sarebbero potuti evitare con una migliore presa in carico dei pazienti: il 20% dei medici di base aggiorna il fascicolo sanitario elettronico ed i consulti con i medici ospedalieri sono rari
"Abbiamo apprezzato molto anche l’apertura mostrata rispetto al dialogo tra medicina generale e l’ambito della farmacologia clinica"
Scotti: “Pronti ad espandere le esperienze di presa in carico dei pazienti cronici”
Testa: "Siamo noi che con le prescrizioni emesse sovente aggiorniamo il FSE automaticamente, mentre ci troviamo sistematicamente a subire le prescrizione di colleghi ospedalieri svogliati, per usare un eufemismo”
In media tre ricoveri su 10 si sarebbero potuti evitare con una migliore presa in carico dei pazienti: il 20% dei medici di base aggiorna il fascicolo sanitario elettronico ed i consulti con i medici ospedalieri sono rari
"Abbiamo apprezzato molto anche l’apertura mostrata rispetto al dialogo tra medicina generale e l’ambito della farmacologia clinica"
Scotti: “Pronti ad espandere le esperienze di presa in carico dei pazienti cronici”
Commenti