Canali Minisiti ECM

La donna in forma fisica non rischia l'Alzheimer

Neurologia Redazione DottNet | 16/03/2018 13:29

Ha il 90% delle possibilità in meno. Studio svedese, le cinquantenni fuori forma rischiano di più

Una buona forma fisica, soprattutto negli anni della mezza età, per le donne è legata ad una decisa diminuzione dei rischi di sviluppare il morbo di Alzheimer: il calo delle probabilità - secondo le osservazioni di un nuovo studio svedese - oscillerebbe dal 25% al 90% in meno tra la popolazione femminile più atletica, rispetto a quella meno in forma.    L'analisi della Gothenburg University, pubblicata sulla rivista americana 'Neurology', viene già considerata particolarmente significativa, in quanto emerge da una indagine su vasta scala, che ha seguito 191 donne per tutta la loro vita.  

Sottoposte a test di resistenza sulle cyclette dall'età di 50 anni in poi, le volontarie hanno evidenziato l'impatto dell'esercizio fisco sullo sviluppo delle demenze.    Le donne che a 50 anni sono a malapena riuscite a finire l'esercizio assegnato, hanno mostrato un 45% di rischi di venire colpite dal morbo. Per quelle con un buon livello di forma fisica, i rischi erano pari al 25%. Per le signore decisamente più atletiche, i pericoli di Alzheimer con l'età si sono dimostrati solo pari al 5%.    Gli stessi autori osservano che provare un legame di causa-effetto tra la forma fisica e la demenza è molto difficile, ma i legami tra i due fattori appaiono sempre più evidenti, e rafforzano l'ipotesi che l'esercizio preservi la salute anche delle cellule cerebrali.

pubblicità

fonte: neurology

Commenti

I Correlati

Studio spagnolo svela segni di malattia nel 95% degli over 65 con 2 copie del gene ApoE4

Alessandro Padovani: “Per l’Alzheimer si riduce l’incidenza e aumenta la prevalenza. Gli ottantenni di oggi sono meno colpiti, ma l’invecchiamento della popolazione porta in assoluto a un incremento di pazienti”

La variante protettiva identificata dallo studio si trova in un gene che produce fibronectina

Uno studio, condotto sui topi da un docente della Texas A&M University di College Station, conferma quanto già era noto

Ti potrebbero interessare

Pubblicato dalla rivista scientifica Journal of Biosciences and Medecines lo Studio Clinico che tratta la validazione di un protocollo neuroscientifico innovativo per la terapia di una condizione medica chiamata PAP

Attive nel cervello di pazienti con malattie come la depressione

UniCattolica a capo,con ausili hi-tech si sviluppano interventi

Studi anche a Sassari, alla base riattivazione virus endogeno

Ultime News

Pubblicato dalla rivista scientifica Journal of Biosciences and Medecines lo Studio Clinico che tratta la validazione di un protocollo neuroscientifico innovativo per la terapia di una condizione medica chiamata PAP

Gli ambienti di vita e lavoro, i cibi, gli animali e le famiglie sono sempre meno protetti dall’indebolimento di una sanità pubblica che, invece, dovrebbe essere orientata a una prevenzione primaria non burocratica per la tutela della salute

Medici dall'estero, le regole del gioco

Sindacato | Redazione DottNet | 22/05/2024 18:34

Di Silverio (Anaao): "Continueremo a denunciare tutti i percorsi di reclutamento imposti o subordinati a regole non scritte perché in gioco, forse in molti se ne dimenticano, c’è la salute e la cura delle persone"

L’obiettivo è sviluppare l’offerta sanitaria dei Medici di medicina generale con il supporto gestionale e organizzativo delle cooperative mediche di servizio