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Qualità dei probiotici: la risposta dall'Università di Pisa

Sanità pubblica Redazione DottNet | 04/09/2018 16:56

Arriva dal gruppo di ricerca della Prof.ssa E.Ghelardi dell'Università di Pisa, uno studio che confronta le formulazioni probiotiche più diffuse in Italia, valutandone le caratteristiche.

Probiotici a confronto per verificare qualità e quantità dei ceppi commerciali più diffusi in Italia. Lo studio del gruppo di ricerca italiano è stato presentato dalla Prof.ssa Emilia Ghelardi dell'Università di Pisa, durante il 4° Congresso Internazionale "Probiotics, Prebiotic in Pediatrics" sul mondo dei probiotici che si tenuto a Bari da 12 al 14 Aprile.

Con questo lavoro sono stati confrontati in maniera qualitativa e quantitativa, la vitalità dei ceppi probiotici commerciali più diffusi in Italia, rivelando una buona qualità microbiologica ma notevoli differenze nel comportamento, in presenza di acidi e bile, per le formulazioni probiotiche commercializzate in Italia.

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Lo studio dell’Università di Pisa, ha suggerito che per la valutazione delle qualità di un probiotico bisogna tener conto di due aspetti.

Il probiotico deve, in primo luogo, passare indenne attraverso il tratto gastrointestinale ed in particolare resistere ai succhi gastrici e agli acidi biliari, poi in secondo luogo, deve essere in grado di colonizzare l’intestino e mantenere le funzioni benefiche per il quale è stato somministrato, nonché deve essere esente da contaminazioni. 

Relativamente alla capacità di resistere all’acidità gastrica, i conteggi microbici hanno mostrato una significativa riduzione del numero di organismi vitali dopo l’incubazione nel succo gastrico della maggior parte delle formulazioni considerate. Enterogermina®, Yovis®, VSL3® sono risultate le uniche formulazioni in grado di tollerare la condizione acida dell’ambiente gastrico.

Tra le formulazioni considerate, ben sette hanno subito una significativa riduzione del numero di organismi vitali dopo l'incubazione nel succo intestinale, mentre le spore di B. clausii contenute in Enterogermina® sono state le uniche in grado non solo di sopravvivere ma di moltiplicarsi attivamente nel fluido intestinale.

Questo lavoro ha ribadito che le caratteristiche qualitative di un prodotto probiotico declinano nella sua qualità microbica, nella resistenza all'ambiente gastrico e nell'esercizio di proprietà funzionali, come le capacità antiossidanti, antimicrobiche e immunomodulatorie.

Come i probiotici esercitino i loro effetti benefici per la salute umana non è ancora del tutto chiaro e molto dipende dal tipo di microrganismo che viene adoperato. È però indispensabile che ogni prodotto, e perciò ogni ceppo probiotico, abbia evidenze scientifiche sufficienti per supportare i benefici che gli sono attribuiti.

Alcune evidenze sono state prodotte con l'utilizzo di Lactobacilli, Bifidobatteri e batteri sporigeni del genere Bacillus. Questi microrganismi, con diversi meccanismi d'azione, riescono a migliorare l'equilibrio e l'omeostasi intestinale, favorendo la protezione da patologie sistemiche e intestinali associate all'interruzione epiteliale della barriera intestinale.

Oggi la caratterizzazione della composizione e dell'attività del microbiota intestinale è un tema caldo per gli scienziati che lavorano nei campi della Microbiologia, dell'Immunologia e della Salute umana, ed ha una connessione diretta con la ricerca sui batteri probiotici e la definizione delle loro caratteristiche.

Un recente position paper di ESPHGAN, Società europea di gastroenterologia, epatologia e nutrizione pediatrica indica che i probiotici orali dovrebbero essere resistenti allambiente acido gastrico e alla bile per esercitare i loro effetti benefici e dovrebbero avere una buona qualità microbiologica per risultare sicuri per il consumo umano.

Inoltre, per un medico è sempre più complesso trovare la giusta formulazione tra le centinaia di probiotici disponibili in commercio.

Nasce pertanto la necessità di informare il clinico e il consumatore sui punti principali dello studio condotto dalla Prof.ssa Ghelardi per identificare un buon prodotto probiotico.

Referenze bibliografiche

1.Vecchione A., Celandroni F., Mazzantini D., Senesi S., Lupetti A., Ghelardi E. (2018) Compositional Quality and Potential Gastrointestinal Behavior of Probiotic Products Commercialized in Italy. Front. Med. 5:59 doi: 10.3389/fmed.2018.00059

2.Sanchez B., et al., (2017) Probiotics, gut microbiota and their influence on host health and disease. Mol. Nutr. Food Res. 61:1

3.Capurso L. (2016). I probiotici. Recenti Prog. Med. 107: 267-277

4. S. Kolacek et al., (2017). Commercial probiotic products: a call for improved quality control. A position paper by the ESPGHAN Working Gropu for preobitics and prebiotics. JPGN, 65: 117-124

Articolo redatto dalla Redazione di Merqurio Editore.

Fonte: 4° Congresso Internazionale "Probiotics, Prebiotic in Pediatrics"

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