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Inarrestabile l'epidemia di legionella: è arrivata in Brianza. Trovata la causa

Infettivologia Redazione DottNet | 17/09/2018 21:36

L'indagine epidemiologica è in corso e al momento si esclude una correlazione con i casi bresciani

Il batterio della legionella che ha provocato un'epidemia nella Bassa Bresciana Orientale non era presente negli acquedotti dei principali comuni colpiti. "I risultati dei campionamenti effettuati da ATS Brescia ci permettono di stabilire definitivamente che la causa non si trova nell'acqua degli acquedotti, bensì nelle torri di raffreddamento delle aziende" ha spiegato l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera chiarendo la causa della polmonite contratta in questa zona della provincia da 405 residenti: 269 sono maschi, pari al 66,4% del totale, l'età media è di 64,6 anni (68,9 per le donne e 62,4 per i maschi) mentre 42 sono le persone con positività alla legionella, di cui 31 maschi. L'età media delle persone è di 61,3 anni (67,4 le donne e 59,1 gli uomini).

"Tranquillizzo tutti cittadini sul fatto che possono continuare a bere e utilizzare in tutta tranquillità l'acqua della rete idrica", ha spiegato l'assessore regionale dopo un incontro con i vertici bresciani di Ats. I numeri dell'emergenza, a distanza di due settimane dai primi casi, ora sono chiari. Su 14 torri di raffreddamento presenti tra Montichiari, Carpenedolo e Calvisano, nove sono risultate positive al batterio della legionella. Mentre i campionamenti effettuati nel fiume Chiese hanno rilevato sei positività su 12 casi analizzati. Da qui l'obbligo, verso i sindaci dei paesi interessati, di emettere ordinanze urgenti per sanificare le torri di raffreddamento risultare positive in fase di campionamento.

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Nel frattempo la Procura di Brescia, che ha aperto un fascicolo contro ignoti per epidemia colposa, è in attesa dei risultati dell'autopsia disposta la scorsa settimana su due pazienti per i quali si sospetta la morte per legionella. Un 69enne morto all'ospedale di Gavardo, nel Bresciano, e un anziano deceduto alla clinica Poliambulanza in città a Brescia. In Lombardia ogni anno si rileva un determinato numero di casi di legionella, che colpiscono principalmente persone con quadri clinici complessi o esposte a fattori di rischio. Stando ai dati diffusi dall'assessorato, i casi di legionella sono stati 625 nel 2018, 633 nel 2017, 474 nel 2016, 491 nel 2015. Mentre i decessi sono stati 52 nel 2018, 60 nel 2017, 44 nel 2016, 50 nel 2015.

Nei giorni scorsi, all'ospedale di Desio, dove una decina di giorni fa è morto un noto ristoratore di 82 anni però del Lecchese, sono stati ricoverati due anziani residenti nella provincia di Monza: si tratta di un 78enne di Cesano Maderno arrivato con difficoltà respiratorie due giorni fa e ora in rianimazione e di un 89enne di Desio portato in pronto soccorso lo scorso 9 settembre, pure lui per problemi respiratori, e successivamente trasferito nel reparto di medicina generale dove attualmente si trova in condizioni stabili.

I due contagiati sono sono entrambi debilitati da varie patologie pregresse. Patologie che, come nel caso dell'uomo di 78 anni, grave e in prognosi riservata, hanno reso meno immediata la diagnosi di legionellosi che così è stata riscontrata solo dopo approfonditi accertamenti. Quindi, è stato riferito dai medici, come accade di sovente, per poter fare una previsione realistica del decorso e della gravità delle condizioni dei pazienti che contraggono il batterio, è necessaria, dopo la diagnosi, circa una settimana di cure. Sui primi due casi rilevati in Brianza è intervenuto l'assessore della Regione Lombardia al Welfare Giulio Gallera: "Si tratta di due anziani pluripatologici residenti a Desio e Cesano Maderno - ha precisato -. L'indagine epidemiologica è in corso e al momento si esclude una correlazione con i casi bresciani", tra i quali rientra quello del 29enne (abita a Roè Volciano) però ricoverato in condizioni stabili al San Gerardo di Monza dove sottoposto a trattamento di ossigenazione extra corporea (Ecmo).

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