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Stop al razzismo, i medici lanciano una campagna nelle città

Professione Redazione DottNet | 24/09/2018 12:01

Fnomceo, il mondo della sanità è con i cittadini. Manifesti in strade e negli studi

Manifesti nelle strade, negli studi medici, nelle farmacie ed Asl e negli ospedali per dire basta al razzismo. La Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) scende in campo contro gli episodi di intolleranza e lancia l'idea di una grande campagna, che chiami a raccolta i camici bianchi ma anche tutti gli altri professionisti del mondo sanitario e le associazioni dei cittadini. A lanciare l'idea è il presidente Fnomceo, Filippo Anelli, dopo un ultimo episodio razzista reso noto da una dottoressa di Cagliari, Maria Cristina Deidda.

Sul proprio profilo Fb, ha denunciato il comportamento di vari pazienti lamentatisi per il protrarsi dell'attesa "per colpa di un negro" nell'ambulatorio di cure palliative dell'ospedale San Giovanni di Dio.  "Lancio un'idea - ha annunciato Anelli all'ANSA - che spero possa essere accolta e condivisa dalle altre federazioni degli Ordini delle professioni sanitarie: mettere in piedi, tutti insieme, una campagna per mettere al bando il razzismo e l'intolleranza dal nostro Servizio sanitario nazionale".  L'obiettivo è, dunque, sensibilizzare l'opinione pubblica puntando ad un messaggio contro il razzismo ed a favore della tolleranza. Proprio a partire da un luogo centrale per i cittadini, che è lo studio del proprio medico.   "Un Sistema Sanitario, e un Paese, che perde il senso dell'umanità, della solidarietà - commenta Anelli riferendosi all'episodio verificatosi a Cagliari - è destinato a impoverirsi sempre più, a depauperarsi di quei valori che sono il suo fondamento e la sua forza".

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Infatti, avverte il presidente Fnomceo, "questa escalation di intolleranza che si respira nella società, anche in luoghi dove ancor più si dovrebbe comprendere ed essere solidali con il dolore dell'altro, al di là di ogni possibile diversità, non ci porta da nessuna parte, solo a un aumento dell'odio e del disagio". Per questo, afferma, "la collega Deidda, con la sua denuncia ferma e lucida ma al contempo pacata nei toni, ha testimoniato in maniera encomiabile quelli che sono i valori fondanti della nostra professione e della nostra società, dinanzi alle quali tutti gli uomini sono uguali, a prescindere dal colore della pelle, dalla religione, dalle opinioni, dal censo". Da qui l'appello di Anelli: "Proviamo, tutti insieme, a invertire questa rotta suicida; i medici diano l'esempio, con in mano il Codice deontologico e la Costituzione, per riaffermare e diffondere i valori che hanno reso grandi il Paese e il nostro Servizio sanitario nazionale".

fonte: ansa

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