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La xanomelina-trospio potrebbe combattere la schizofrenia

Farmaci Redazione DottNet | 20/02/2023 10:04

Il farmaco si focalizza su una parte del cervello, il sistema muscarinico-acetilcolinico, utilizzando una molecola, la xanomelina, che stimola parti della superficie dei neuroni chiamate recettori M1 e M4 per ridurre la trasmissione della dopamina

Un nuovo farmaco ha riacceso le speranze contro la schizofrenia. La xanomelina-trospio o KarXT potrebbe essere la svolta: "Aspettavamo una cosa simile da troppo tempo” commenta Sameer Jauhar, psichiatra londinese e docente specializzato in disturbi affettivi e psicosi al King's College di Londra. Sebbene la dopamina sembri essere un elemento chiave, non è ancora chiaro cosa esattamente scateni la schizofrenia, che colpisce circa 24 milioni di persone in tutto il mondo. Ma la necessità di terapie migliori è evidente: la patologia riduce la vita delle persone che ne sono affette di uno o due decenni ed è una delle principali cause di disabilità a livello mondiale; una persona su venti affetta da schizofrenia, inoltre, si toglie la vita, e circa l'80 per cento abbandona il mondo del lavoro, e la v, riduce la vita delle persone colpite

Si stima che nel 30 per cento dei casi le terapie non siano efficaci, che si aggiungono alle molte altre persone per cui le medicine funzionano solo parzialmente. Negli ultimi trent'anni, i ricercatori hanno esaminato decine di farmaci che si concentrano su neurotrasmettitori diversi dalla dopamina, nella speranza che si rivelino più efficaci. Sebbene molti di queste terapie fossero  promettenti negli esperimenti sugli animali, alla fine si sono sempre dimostrate un buco nell'acqua. Un'analisi del 2019 ha esaminato duecentocinquanta studi che hanno testato neurotrasmettitori alternativi, risalenti agli anni Settanta: una volta arrivati alla fase di sperimentazione e ai test sui pazienti hanno sempre fallito.

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KarXT riporta l'attenzione sul sistema dopaminergico, che però manipola in modo nuovo. Il farmaco si focalizza su una parte del cervello, il sistema muscarinico-acetilcolinico, utilizzando una molecola, la xanomelina, che stimola parti della superficie dei neuroni chiamate recettori M1 e M4 per ridurre la trasmissione della dopamina. La xanomelina era nota da tempo per la sua efficacia nell'alleviare i sintomi psicotici, ma comportava anche alcuni effetti collaterali indesiderati, come nausea e vomito. Ora la società di biotecnologie Karuna Therapeutics afferma di aver risolto il problema aggiungendo il trospio, un farmaco utile per controllare i comuni effetti collaterali che la xanomelina produce quando viene somministrata da sola.

Nell'agosto del 2022, i risultati principali di uno studio di fase tre condotto su circa duecentocinquanta persone hanno dimostrato che il farmaco riduce in modo significativo la gravità dei sintomi della schizofrenia. Al termine dello studio, i partecipanti sono stati valutati utilizzando la Positive and Negative Syndrome Scale, o Panss, una sistema di valutazione molto utilizzato in cui i pazienti affetti da schizofrenia valutano la gravità di trenta sintomi su una scala da uno a sette, assegnando anche un punteggio complessivo alla loro patologia. Lo studio ha riportato una riduzione del punteggio totale di 9,6 punti per i pazienti che assumevano il farmaco rispetto a chi riceveva un placebo dopo cinque settimane. KarXT si è dimostrato promettente per il trattamento dei sintomi positivi e negativi e, inoltre, non è stato associato ai classici effetti collaterali degli antipsicotici tradizionali.

Il presidente e amministratore delegato di Karuna Therapeutics, Bill Meury, prevede di sottoporre il farmaco alla valutazione della Food and Drug Administration, l'ente statunitense che si occupa della regolamentazione di medicinali e alimenti, a metà di quest'anno. Sebbene ci siano i motivi per essere ottimismi, è ancora troppo presto per festeggiare: "Avremo bisogno di un follow-up a lungo termine, di studi clinici sul mondo reale", afferma Jauhar. Correll, invece, vorrebbe che il farmaco fosse testato su pazienti affetti da schizofrenia farmaco-resistente. Tuttavia, per una malattia spesso invalidante, in cui si stima che il 50 per cento dei pazienti non assuma correttamente i farmaci prescritti, i risultati incoraggianti di questo farmaco giustificano l'entusiasmo. “Dobbiamo solo sottoporlo allo stesso rigore a cui sottoponiamo altri prodotti e non esaltarci troppo”, sottolinea Jauhar.

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